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CAPITOLO III.

Scadimento della Castiglia prima del regno di Isabella. — Creazione della potenza spagnuola per opera d’una donna. — Impulso letterario, rigenerazione dello spirito nazionale, incremento del Cattolicismo. — Ritratto di quella Donna. — Influenza d’Isabella sui destini della Spagna.

§ I.

La Spagna era eminente nel mondo Cattolico: la sua lotta contro il Corano, e lo zelo della sua Crociata intrapresa sopra il suolo dell’Europa attiravanle la benevolenza del mondo cristiano. Chi facea plauso a quell’eroico tentativo, prevedeva che grande sarebbe stata la ricompensa di una fede sì generosa. Il territorio spagnuolo, già diviso in sovranità separate (il regno di Castiglia, il regno d’Aragona, il regno di Navarra, la Cerdagna, l’emirato di Cordova, l’emirato di Granata) si andava ingrandendo per non formare che una sola Monarchia, la più ricca dell’Universo. In quel tempo il nome, di una donna era di frequente pronunziato nelle relazioni delle Corti cristiane, e risonava sul littorale dell’Africa sino all’estremità dell’Oriente, onorato dalle maledizioni dell’Islamismo. Anche a’ dì nostri, così poco propizi all’entusiasmo, chi prende a studiare quella età, stupisce che Isabella (senz’alcun dubbio la regina più notevole della storia, l’eroina dotta e guerriera che passò povera e semplice fra gli splendori dell’Alambra, e le magnificenze delle Corti e dei campi, scopo dell’ammirazione delle due cavallerie cristiana e moresca, senza pericolo per la sua modestia, perch’era velata della pietà) sia così poco nota ad una nazione naturalmente vaga di grandezza e di gloria qual è la francese.

Non si possono scorrere gli annali della navigazione e l’origine delle Colonie nel Nuovo Mondo senza che non venga alla memoria il dolce nome d’Isabella; perocch’essa fu il mezzo della scoperta, al modo che l’uomo, che a lei sottopose il suo disegno, n’era l’organo provvidenziale.