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244 libro primo

moria la Castiglia; e, a cagione di questa cara somiglianza, l’ammiraglio impose il nome d’Isola Spagnola, a quest’isola, il cui nome primitivo era diverso per gli indigeni, gli uni chiamandola Bohio, che significava «casa o vasta dimora;» gli altri, in minor numero, la nomavano Haiti, che vuol dire «terra alta;» la maggior parte la dicevano Quisqueva, parola esprimente «la gran terra, o il gran tutto:» perocchè que’ popoli non conoscevano terra più estesa.

I Castigliani la dissero, ora la Piccola Spagna,» Hispaniola, ed ora semplicemente Spagnola.

Il 12 dicembre, l’ammiraglio consacrò il possesso preso dell’Isola Spagnola con un segno rispondente alla sua pietà. Alla presenza dei due equipaggi fece piantare sull’ingresso del porto, sopra un’altura dominante, una grandissima croce, nè già semplicemente per significare i diritti della Castiglia e la sua presa di possesso, ma «principalmente, diceva, in onore di Gesù Cristo Signor nostro, e della Cristianità.»

Per sei giorni consecutivi aveva inutilmente cercato di entrare in relazione coi naturali, i quali, avendo le loro abitazioni disposte in maniera di veder da lungi, fuggivano appena vedevano approssimar gli stranieri. Subito dopo la cerimonia religiosa, si riuscì a prendere una donna, la quale fu condotta a bordo della Santa Maria. «Ella era molto bella, giovanissima, e portava alle nari un anello d’oro,» cosa ch’era di buon augurio: conversò cogl’Indiani delle caravelle, perocchè erale familiare la loro lingua. L’ammiraglio la fece vestire all’europea, e adornare di conterie venete, di sonagliuzzi, di anelli di ottone, poi la rimando alla sua famiglia accompagnata da tre indiani che dovevano abboccarsi cogli abitanti: ma, rattenuti dalla paura, questi non osarono seguir la giovane sino alla sua terra, e tornarono alle caravelle alle tre dopo mezzanotte.

L’ammiraglio mandò nove uomini armati, coraggiosi e intelligenti, con un indiano loro interprete ad osservare il paese e mettersi in rapporti cogl’indigeni: trovarono, a quattro leghe e mezzo una borgata deserta. Al giungere degli stranieri gli abitanti erano fuggiti dopo avere nascosto sotterra quanto possedevano di prezioso. L’interprete indiano corse sulle loro