Pagina:Cristoforo Colombo- storia della sua vita e dei suoi viaggi - Volume I (1857).djvu/279

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capitolo decimo 271

suoi stati, era un ricoverarsi nell’antro del leone. Colombo si rendeva esattamente conto della gravità del pericolo; e, nondimeno, una suprema urgenza lo costringeva ad affrontarlo. Ma il Dio, che lo aveva salvato dai consigli omicidi della ribellione, e dai vortici dell’abisso, vegliava sopre di lui. Perciò, mentre confessava la stranezza e il mistero della irresistibile necessità che lo aveva costretto a ricoverare in casa del suo nemico, pure non ne andava conturbato.

lncontanente compilò per un altro personaggio della corte, il tesoriere don Raffaele Sanchez, una relazione del suo viaggio, che poco appresso venne pubblicata a Roma. Questa lettera, simile a quella indiritta a Luigi Santangel, non ne differisce che per lo stile. Vi si ritrova quel candore, quella sobrietà di imagini, e, nondimeno, quella vivezza di movimento ch’è propria a Colombo. Egli la terminava con uno slancio pieno di espansione, fatto per toccare ogni anima che appartiene a Gesù Cristo.

«Quantunque tutto ciò che venni riferendo, dic’egli, sembri straordinario od inudito, vi sarebbero cose assai più grandi se io avessi avuto a mia disposizione navi sufficienti, come’era desiderabile. Del resto, questa grande e vasta impresa non vuolsi ascrivere a mio particolar merito; ma sì alla santa fede cattolica, alla pietà ed alla religione de’ nostri Monarchi; perocchè il Signore ha conceduto agli uomini ciò che l’intelligenza umana non poteva nè concepire, nè fare; perchè Dio ascolta qualche volta le preghiere de’ suoi servi, che seguono i suoi precetti anche nelle cose che sembrano impossibili. Questo è ciò ch’è avvenuto a me, riuscito a bene in una impresa sino ad ora da nessun mortale tentata; poichè, quantunque fosse già stato scritto e parlato dell’esistenza di queste isole, pur tutti ne parlavano e ne scrivevano per congetture, e sotto la forma del dubbio; ma nessuno assicurava di averle vedute, a tale che si reputavano favolose: in conseguenza, il Re, la Regina, i principi e i loro felicissimi regni, di conserva colla cristianità, rendano grazie a nostro Signore Gesù Cristo, che ha conceduto a noi una simil vittoria, e così grandi successi: si facciano processioni, si celebrino feste solenni, i templi si adornino di ramo-