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Pagina:Cristoforo Colombo- storia della sua vita e dei suoi viaggi - Volume I (1857).djvu/278

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270 libro primo


CAPITOLO DECIMO

Colombo nel Tago resisto coraggiosamente alle ingiunzioni dell’Ammiraglio Portoghese. — Il popolo accorre da Lisbona a vedere la sua caravella. — ll re di Portogallo lo invita alla sua corte e lo ricolma di onori. — ll consiglio della Corona propone al re l’assassinio di Colombo. — ll re vi si rifiuta e l’onora. — La regina di Portogallo fa chiamare anch’essa Colombo, volendo udirne i racconti. — La Nina parte per la Spagna.

§ I.


Verso le tre pomeridiane Colombo giungeva a Rastello, e vi gettava l’áncora, ringraziando l’autore della vita di averlo sottratto ad una morte immancabile.

Incontanente spedì un messo in Castiglia per informare i sovrani del suo arrivo, indi scrisse al re di Portogallo, allora sequestrato nella bella villa di Valle Paradiso, a cagione della peste scoppiata in diversi luoghi, affine di essere autorizzato di andare a Lisbona, non si credendo sicuro a Rastello frequentato da gente capace d’un colpo di mano contro la sua caravella, creduta carica d’oro, perche veniva dalle Indie da lui scoperte. Prevedendo le suscettività di Giovanni II, insinuava accortamente che non era andato verso la Guinea, ma all’estremità dell’Asia per l’Occidente.

Fatto questo, Colombo riaperse una lettera scritta rapidamente in mezzo ad un mare ancora agitato, all’altezza delle Azzorre, e che indirizzava all’uomo della corte di Spagna, che aveva in più special modo giovato la sua impresa, facendo risolvere ad essa la Regina; ed era il nobile Luigi Santangel: vi aggiunse alcune righe per significargli che la tempesta lo aveva costretto di entrare nel fiume di Lisbona, cosa che risguardava come la più sorprendente. Diffatti egli aveva ogni cagione di temere del monarca che gli aveva tese insidie sul mare alla sua partenza, e i cui agenti, violando i più sacri diritti, avevano tentato di rovinarlo al suo ritorno: venire oggi a riparare ne’