Pagina:Cristoforo Colombo- storia della sua vita e dei suoi viaggi - Volume I (1857).djvu/30

Da Wikisource.
22 introduzione


Per due anni consecutivi, il suo Primogenito aveva inutilmente chiesto al re Ferdinando l’investitura delle cariche e dignità del Padre, conforme alle convenzioni firmate il 17 aprile 1492 nella pianura di Granata, ratificate il 23 aprile 1497 e confermate a Valenza, con lettera reale del 14 marzo 1502. Quanto egli potè alla perfine ottenere dal sospettoso monarca, fu l’autorizzazione di far valere per via giudiziale i suoi diritti. Ma in questo processo intentato alla corona di Castiglia, don Diego Colombo si trovava avere avversario il ministero pubblico sotto nome di Procurator Fiscale, il qual avversando ogni diritto e ragione dell’Ammiraglio, aprì inquisizioni, in cui tutti i nemici di Colombo, gl’ingrati, gl’invidiosi, gli ufficiali stati ribelli alla sua autorità furono chiamati a deporre contro di lui. Il Procurator Fiscale opponeva alle giuste pretensioni del Figlio, che suo Padre non aveva reso alla Castiglia alcun eminente servigio, e che non era stato il vero autore della scoperta: lo si accusava di avere spogliato del suo progetto, delle sue carte, delle sue osservazioni un piloto sconosciuto morto in sua casa quando dimorava nell’isola portoghese di Porto Santo, e di essere, mercè questo furto quasi sacrilego, riuscito nella impresa. Fu affermato, altresì, che, quand’anche egli avesse scoperto alcune isole, non era sceso il primo sulla terra ferma, sul nuovo Continente. In questa guisa si riprodussero, fortificate e ringiovanite, tutte le vecchie calunnie di cui l’invidia lo fè segno dopo il suo trionfo.

Mentre continuavano queste inquisizioni, un fiorentino letterato e matematico, Americo Vespucci, era stato assunto presidente della commissione degli esami della marineria. Da principio in qualità di dirigente la casa di spedizione marittima fondato a Siviglia dall’armatore Berardi suo compatriota, e perciò entrato necessariamente in dimestichezza con Cristoforo Colombo, egli attinse nelle conversazioni di questo l’amore della cosmografia, e la vaghezza delle maraviglie lontane. Americo, abbandonò quell’impiego, prese a trattar l’astrolabio ed il sestante, e fece diversi viaggi, dopo i quali diventò piloto maggiore: salì poscia capo del Consiglio Idrografico. In gioventù suo zio, Giorgio Antonio Vespucci, dotto religioso di san Marco,