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Pagina:Cristoforo Colombo- storia della sua vita e dei suoi viaggi - Volume I (1857).djvu/308

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300 libro primo


Dove finiva l’Oriente? dove cominciava l’Occidente sullo spazio illimitato dei mari? Tal era il problema da sciogliere.

Non era mai stata sottomessa al Papato più spinosa difficoltà geografica e politica. Secondo le tradizioni di prudenza della Santa Sede, e il temporeggiare ordinario della Cancelleria romana, si sarebbe dovuto primieramente sottoporre una tale quistione a commissioni di cosmografi in Portogallo, in Castiglia e in Italia, affine di deliberare sulle loro relazioni, e fermare una opinion sicura. Così facendo, la decisione era menata in lungo per anni.

Ma evidentemente, nel far la loro dimanda, i due Monarchi aveano unita la copia delle annotazioni che Colombo aveva scritto nella sua cella della Rabida. E tale era l’interesse che ispirava a Roma questa impresa cristiana, tal era la fiducia della Santa Sede nella santità dello scopo e nella purezza de’ sentimenti di Cristoforo Colombo, che, senza esitazione nè ritardo, come improvvisamente illuminato sull’opera e sull’uomo della scoperta, il Papato accettava, proclamandola, la verità del suo sistema cosmografico; riconosceva esplicitamente la forma sferoide della terra, la sua rotazione sopra il suo asse, avente per estremità i due poli, e conservava tutte le affermative scientifiche di Colombo. Nello stato contraddittorio della cosmografia, questa affermazione era di un sorprendente ardimento.

Alessandro VI non tratta punto come un negoziato diplomatico il privilegio che stava per concedere. Egli non obbedisce ad alcuna propensione personale, non è un atto di condiscendenza di papa spagnuolo verso i Monarchi spagnuoli. Qui non v’è più nè Spagnuolo, nè sovrano; il Pontefice procede unicamente qual Capo della Chiesa, coll’assistenza dei venerabili Cardinali presenti a Roma: perocchè non si tratta di un interesse internazionale, di un affare da regolare per la Castiglia, ma degli interessi vitali del Cattolicismo, della conquista delle anime, dell’estensione della scienza, e del regno di Gesù Cristo.

Siccome la dimanda della Castiglia era giusta, così il Sommo Pontefice, col consenso del Sacro Collegio che lo attorniava, concede il privilegio con Bolla del 3 maggio 1494.