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358 libro secondo


Per ringraziar Dio della sua segnalata protezione in mezzo a pericoli così continui, Colombo fece erigere un altare e vi fu solennemente celebrata la Messa.

Durante la cerimonia un cacico attempato, venerabile non ostante la sua nudità, si accostò, osservando con attenzione tutto quanto si faceva: comprese che si trattava di un atto religioso. Posciachè Colombo ebbe finito i suoi ringraziamenti, il vecchio salutandolo gli offrì un canestro di belle frutte che aveva in mano, e sedendogli accanto, col mezzo dell’interprete Diego, di cui comprendeva l’idioma, gli disse: «È giusto di rendere grazie a Dio dei favori che ci concede. Pare che questa sia la vostra maniera di onorarlo, e sta bene. Mi è stato detto che tu hai precedentemente percorso queste contrade, che dianzi ti erano sconosciute, mettendovi in ispavento le popolazioni: ma non superbire di ciò: ti ricorda, te lo raccomando, e te ne prego, che, all’uscir del corpo, l’anima trova due strade; una che conduce a dimora fetida e tenebrosa, preparata per quelli che hanno desolato i lor simili; l’altra che mena a soggiorno delizioso e fortunato, disposto per chi, durante la vita, amò la pace e la mantenne fra gli uomini. Per conseguenza, se ti credi mortale, e pensi che ciascuno sarà retribuito secondo le sue opere, non fare male a persona del mondo.»

La pietà di Cristoforo Colombo, fu tocca e consolata da queste parole. Sin allora, fra gli indigeni, non aveva veduto cosa che indicasse chiara nozione della vita futura. L’ammiraglio benedisse Dio di aver conceduto questo lume agli uomini di buon volere rilegati in sì lontane regioni. Quel vecchio cacico gli ricordava uno de’ giusti della legge primitiva, abitatore come Rachele di contrade idolatre. L’ammiraglio rispose per mezzo dell’interprete, ch’era venuto dall’estremità dell’Oceano in quel paese, inviato da’ suoi Sovrani per insegnare la vera religione, far regnare la giustizia, frenare i disumani Caraibi, e proteggere le nazioni pacifiche.

A questi annunzi il cacico non potè per la tenerezza trattenere le lagrime; indi con suo stupore immenso, udì dall’interprete lo splendore de’ Monarchi di Spagna. Penetrato della grandezza