Pagina:Cristoforo Colombo- storia della sua vita e dei suoi viaggi - Volume I (1857).djvu/369

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capitolo quarto 361

tazione che la Regina decidesse intorno que’ feroci antropofagi, egli voleva colle sue caravelle e scialuppe, correre l’arcipelago caraiba, frugare ne’ covi de’ mangiatori d’uomini, incendiare le loro capanne e i loro canotti, per impedirli di continuar più oltre nei loro misfatti: sperava, almeno, di riuscire a renderli impotenti, ed obbligarli a starsene nelle lor isole, cessando dal trasportarvi umane vittime per divorarle.

Sostenute nuove tempeste, il 24 settembre, l’ammiraglio riconobbe il capo più orientale della Spagnuola, e gli diede il nome dell’Arcangelo Raffaele. Non ostante i guasti delle caravelle, sendosi il mare abbonacciato, si dirigeva sui Caraibi, di cui bramava ardentemente distruggere l’impero; ma non piacque a Dio che il suo servo, messaggero di pace, e che s’aveva ad emblema la dolce Colomba, adempiesse una missione di castigo vendicatore. Appena ebbe oltrepassata l’isola Mona, sospinto da un vento favorevole verso i covi de’ cannibali, la possanza invisibile che lo aveva sino allora sostenuto, gli venne improvvisamente meno, e Colombo, abbandonato alle leggi della natura, ne subì gl’influssi.

Correvano, in quel dì, cinque mesi in punto dacch’era partito dalla Spagnola.

Durante cento cinquanta giorni consecutivi, il suo interrogare la natura, la sua investigazione delle acque, dell’aria, del suolo, la sua contemplazione delle opere da Dio, i suoi rapidi slanci verso l’Autore di quelle maraviglie, i suoi tentativi per penetrare i segreti di questo globo, gli sforzi della sua intelligenza per isciegliere tra le interpretazioni contraddittorie degli indigeni, e giungere a qualche verità geografica, e sovra tutto la sua così lunga lotta contro gli elementi, avevano esaurite le sue forze. Il sentimento della sua malleveria, la necessità di dirigere egli stesso costantemente una sì difficile navigazione, molta parte della quale non fu che una incessante tensione dello spirito e del corpo per salvare ogni cosa, avevano fatto tacere in lui i bisogni della età, e della salute, guastatagli dalle fatiche, dagli stenti o dalla privazione di sonno. Pareva che le difficoltà e i pericoli ravvivassergli la energia: ma nel punto che il mare fu queto