Pagina:Critica Moderna - Trezza.djvu/28

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18 introduzione

so se le idee ch’io metto innanzi, somiglieranno ai fiori d’Adone nati al mattino e alla sera già spenti; ne se potranno farsi via degli ostacoli, e lasciarsi meditare con animo riposato. Troppo è scarso fra noi il senso critico, perch’io non m’aspetti qualcuno di quei vituperi che si ricambiano pietosamente fra loro le sètte filosofiche. Delle molte insipienze che affliggono l’uomo e ritardano tanto la scoperta del vero, non ne conosco alcuna più sciagurata del dommatismo. Guai a chi si lascia implicare in quegli abiti falsi! egli vi perde la flessibilità della mente che lo trasferisce nella realtà storica. Ma comunque riesca l’opera mia, confesso che l’ho pensata a lungo, sapendo ch’è da frivoli presentarsi agli spiriti saggi senza recarvi qualchecosa di nuovo; e ciò che ho pensato volli significarlo senza quelle ambiguità simulate che m’avrebbero fatto codardo innanzi al vero che interrogo. Per me gli ipocriti dell’intelletto sarebbero degni della stessa cappa di piombo che s’addossava sugli omeri, là nello inferno dantesco, agli ipocriti del sentimento.

Non so del pari se tutti comprenderanno di qual critica io ragioni. Ad alcuni parrà forse che