Pagina:Critone.djvu/39

Da Wikisource.

Voglio dire: aver lasciato avviare la lite in tribunale, da poi che tu, potendo non comparirci, ci sei comparso; e averla lasciata andare come è andata; e in ultimo, di non aver saputo schivare cotesto scioglimento, che è come la parte giocosa, noi che non curammo di salvarti (e neanco tu poi), e potevamo assai bene: bastava ci fossimo dati un poco da fare1. Bada, Socrate, che questa cosa, oltre al danno, non faccia vergogna a te e a noi2. Su via, piglia un partito: che! non è più ora di pigliarlo, bisognava averlo già pigliato! Il partito è uno: stanotte sia tutto fatto; poco poco che s’indugi, la è finita, non si può più. Socrate, dammi retta: per carità non voler fare a tuo modo3.



  1. I custodi del carcere si sarebbero lasciati facilmente corrompere.
  2. Critone torna al suo primo pensiero: che vergogna non aver brigato per dare una buona piega al processo! e che enorme vergogna non adoprarsi ora, ad ogni costo, a far scampare Socrate! Che dirà mai la gente?
  3. Critone non comprende perchè Socrate non vuol fuggire; ma sente che non fuggirà. Per lui, è ostinazione, è stravaganza; ma sente che da quell’ostinazione, da quella stravaganza è ben difficile che Socrate si lasci rimuovere.