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moglie tua madre e ti ebbe messo al mondo. Orsù, parla schietto: tra noi leggi hai a fare tu alcuna riprensione a quelle ordinate ai matrimonii, parendoti che non vadan bene?1.

Non ne ho a fare, risponderei io.

E ne hai forse per le leggi su l’allevamento e ammaestramento dei fanciulli, secondo le quali leggi tu fosti allevato e ammaestrato? Che? elle non hanno fatto bene, comandando a tuo padre di addisciplinarti nella musica e nella ginnastica?2.

Bene, risponderei io.

E dacchè tu per cagion di noi fosti generato, allevato e ammaestrato, puoi dire che tu non sei nostro figliuolo e nostro servo, tu e i tuoi avoli? E se egli è così, credi che noi e tu abbiamo ugual diritto; e che sia giusto, qualunque cosa facciamo noi a te, che tu la rifaccia anco a noi? O laddove tu non avevi ugual diritto inverso tuo padre, o il tuo padrone, se mai avuto lo avessi, sì che quel che pativi tu, potessi farlo patire a loro, e rampognato rampognare, percosso



  1. Le Leggi dànno ai cittadini vita legittima, in quanto, secondo esse sposandosi, i genitori li procrearono legittimamente: e i cittadini le rimeriteranno negandole, svalutandole, col disobbedire ad esse?
  2. L’educazione classica greca: musica e ginnastica. Platone fondamentalmente l’accettò nel suo piano d’educazione dei guerrieri della sua città ideale; ma impugnò che potessero proceder parallele l’educazione dello spirito e quella del corpo. È l’educazione dello spirito che deve precedere: anzi solo uno spirito già educato saprà determinare quali siano gli esercizi e il regime veramente giovevoli al corpo. Già, nel piano d’educazione platonico è lo spirito il fondamento e la norma anche della vita fisica.