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Pagina:Cronache savonesi dal 1500 al 1570.djvu/22

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legava alle tre figlie fiorini 800, oltre a ciò che avrà lasciato ai tre maschi che nomina eredi. Anzi, nel ritenerlo assai agiato ci conferma il fatto che, volendo gli uomini di S. Bernardo erigere una cappella sontuosa e grande ove era apparsa N. S. al Botta, ne chiesero licenza a Bartolomeo Zabrera, allora Vicario Generale del Cardinale Spinola, savonese. Temendo questi non avessero a mancar loro i danari, non accondiscese alla fatta domanda se non quando il Leonardo promise, che, dato venissero meno i mezzi, l'avrebbe esso ultimata del suo. Di ciò si rogò istrumento, come ce ne informa il nostro A. Nel 1536, 6 settembre, come risulta da atto del Not. Antonio Risso, riportato in note inedite dal Pavese, lo vediamo deputato alla fabbrica di detta chiesa, in compagnia di Stefano Rocchetta ed Andrea Corradengo Niella, pagare a Pace Antonio Sormano (fatto cittadino di Savona) che n’era architetto, scudi 26 d’oro del sole.

Come vedemmo dal testamento del Leonardo, Gio Agostino fu uno dei suoi sei figli e nacque il 5 settembre del 1595, come egli stesso scrive nel principio della sua cronaca. Seguì esso pure l’arte paterna di berrettaro, come si rileva dal contesto della sua narrazione, e da atti di compra fatta da lui di terre site in Valle S. Bernardo: terre acquistate da Arbissone Socino, da Marinola e da Battista Botta