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il testo che ebbe dinanzi apparisce di una redazione più ampia di quella data dal nostro autografo... e ne conclude col dubbio che il Monti possa avere consultato altro codice più ampio e diverso dal nostro, poichè soggiunge... comincia (il Monti) a citare fra gli altri l’Abate all’anno 1410 e seguita fino al 1581.
Noi per altro non condividiamo questo dubbio, poichè a nostro avviso non v’era proprio bisogno di un terzo manoscritto del nostro cronista, a ripetere per la terza volta ciò che scrive in questo codice, e che in parte ridice nell’altro; ed anche perchè non crediamo si abbia voglia a scrivere cronache a 86 anni, poichè tanti ne avrebbe avuti l’Abate nel 1581 ammesso che l’abbia vissuti.
Al supposto poi che il Monti, invece che del codice dell’Abate, siasi servito di un manoscritto più ampio di un qualche anonimo, si potrebbe pur contrapporre il dubbio che le date siano un’aggiunta dell’amanuense, e ciò sarebbe avvalorato dal non vederle ripetute dal Monti nell’opera stampata.
«Sullo aprirsi del secolo XVIII (continua il Neri) il notaro Filippo Alberto Pollero ebbe senza dubbio nelle mani il nostro secondo manoscritto, e ne trasse copia della speciale scrittura che narra l’Apparizione della Madonna.... »
«Sulle vicende dei due codici ben poco sappiamo. Per testimonianza del Verzellino, come si è veduto,