Pagina:Cronica de matematici.djvu/34

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mentarii, e da noi in questa nostra historia. Sparse egli per tutti i suoi Dialoghi i lumi di queste scienze, e mostrò quanto egli ne fosse vago, & intendente; dilettossi però di questi studii non per servirsene in cose materiali, ma, secondo il costume de Pitagorici, per alzarsi col mezzo loro all’altissime contemplationi della Teologia.

[107][349]LEODAMANTE da Thaso, familiare di Platone; questi accrebbe i Teoremi Geometrici, & illustrogli; imparò egli da Platone il metodo risolutivo, & adattandolo alle speculationi fù inventore di molte cose notabili nella Geometria.

[108][346]NEOCLIDE aggiunse molte cose alle speculationi de gli Elementi, accrescendo quelle, che poco prima erano state trovate da Compagni, e Discepoli di Platone.

[108][344]LEONE Pitagorico di Setta, e discepolo di Neoclide, fabricò gl’Elementi Geometrici per la moltitudine, e per l’uso delle cose, che vi si dimostrano con molto maggior diligenza di quello, che si facessero i più antichi di lui. Trovò le determinationi, mediante le quali possa conoscersi, quando il problema proposto sia possibile.

[109][342]POLIIDE di Tessaglia gran Mecanico facilitò la dottrina delle Machine da guerra, militò sotto lo stipendio di Filippo


d’Amin-