Pagina:Cronica de matematici.djvu/45

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del Sole, e della Luna, tradotta à nostri tempi, e publicata dal Comandino. Fra gl’antichi v’haveva scritto sopra alcuni Scogli Pappo Alessandrino. Scrisse Aristarco sopra gl’apparenti di Arato, & attese alla Gnomonica, e fu inventore di quell’Horologgio concavo di mezza sfera, che si disse scafe, & anco di quell’altro piano, che si chiama il Disco, de quali fà memoria Vitruvio nella sua Architettura.

[129][260]SELEUCO Babilonio di Seleucia fù Astrologo Caldeo. Teneva egli che il mondo fosse infinito, che la terra si movesse di moto contrario à quello della Luna, onde cavava le ragioni del flusso, e riflusso del mare. Disputò delle cose celesti.

[131][255]HERMIPPO. Scrisse egli ancora i Fenomeni in versi nella maniera, che haveva fatto Arato, aggiungendovi, & interferendovi le favole appartenenti à nomi dell’imagini.

[131][254]ACHINAPOLI; di costui non si sà altro, se non che frà gl’Astrologi eccellenti egli è annumerato da Vitruvio nel Nono dell’Architettura.

[132][250]PERSEO; non si sà bene di qual patria si fusse. Fu egli, come s’ha da Proclo, inventore delle linee spiriche, le quali nascono dalle varie settioni della spira, il che parendogli bella inventione, sacrificò à gli Dei,

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