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Perchè l’operaio inglese difende la sua casa



«Vivo nel quartiere di Poplar. Nacqui povero in Poplar, nel 1852, in una casetta di una sola camera. Da ragazzo fui messo, come apprendista, presso un vicino bottaio.

Circa trent’anni fa i lavoratori di Poplar mi affidarono la prima carica pubblica, quella di Membro del Consiglio dei Curatori (Member of the Board of Trustees).

Poplar fa parte del grande quartiere operaio dell’East London, il quale principia a Whitechapel e termina a Canning Town: il più vasto quartiere industriale del mondo. In esso non abitano le classi agiate e neppure quelle della media borghesia, ma soltanto le classi lavoratrici ed i negozianti che ad essi forniscono il necessario per la vita.

L’East London, è il serbatoio naturale della mano d’opera casuale e avventizia. Durante il periodo anteriore alla guerra, i cartelli degli stabili da affittare da adibirsi a officine recavano le parole: «Trovasi nel vicinato abbondante mano d’opera casuale»; e ciò, per valorizzare maggiormente i locali d’affittarsi.

Prima della guerra, gli abitanti di Poplar erano l’avanzo ed il rifiuto delle industrie. I docks, le officine e le fabbriche impiegavano, in quel tempo, una quantità rilevante di mano d’opera inesperta. I disoccupati e gli operai che lavoravano solo per mezza giornata, accorrevano numerosi a quel quartiere per cercare lavoro. La frase comune che correva sulle lab-