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Pagina:Cucina teorico-pratica.djvu/210

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cia di mandorle amare, le scorzerai con l’acqua bollente, ed a misura, che ne togli la corteccia le porrai in acqua fresca, dipoi le asciugherai e quindi le pesterai finissimo, con once quattro di semi di mellone di pane, e perchè non si convertano in oglio da tanto in tanto che le pesterai, ci porrai un mezzo cucchiajo d’acqua; scioglierai questa pasta con mezza caraffa d’acqua tepida, lasciandola in fusione per tre ore sopra la cenere calda in un vase di creta, dipoi la passerai per panno, premendo bene, onde sorta tutto il succo dalle mandorle; e semi; questo succo lo mescolerai nel giulebbe fatto come sopra, però per ogni quartino di caraffa di succo, sciropperai una libra di zucchero. Questo siroppo sarà fatto sopra la cenere calda per tre giorni, e così portato alla sua consistenza come li siroppi fatti in tal modo.


Siroppo di papavero selvatico.


Questa specie di papavero viene nelle biade ec. e questo l’è uno siroppo ottimo pel raffreddore.

Prendi mezza libbra di questi papaveri, che porrai in un vase di creta, ci verserai una caraffa d’acqua bollente, e li farai così rimanere in fusione per ore ventiquattro, tenendo il vase sopra la cenere calda; dipoi verserai li papaveri, e l’acqua in un polsonetto facendoci dare pochi bolli, e quindi li passerai per stamigna premendoli ben forte. Poscia farai il giulebbe con una libbra di zucchero ed un bicchiere d’acqua, lo schiumerai, e quando l’avrai ben schiarito ci unirai il succo, ed acqua de’ papaveri, che farai cuocere insieme col zucchero portandolo alla consistenza de’ sciroppi come ho detto di sopra.