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- Rispettabilissimo sig. Duca
Non è facile impegno il proferire giudizio sulle opere altrui, perchè, o lodando non si cada nell’adulazione, o biasimando non diasi nella mordacità. Io però, sig. Duca, senza pericolo di andare errato mi penso che gli uomini di genio sanno trarre la luce dalle tenebre, e fare d’una povertà, una ricchezza, e che Ella questa volta possa veramente meritare titolo così lusinghiero. La sua Cucina Teorico-Pratica è trattato con tanta Filosofia, ed igienico sapere, che bene a ragione può riguardarsi una delle parti più interessanti della scienza macrobiotica. Quindi bene a ragione vi fa giustizia il nostro giornale dell’anno 1838, num. 213. nel quale si dice «essere la di Lei opera, non meno essenziale per soddisfare il gusto, che per porgere modo di viver sano, essendo la scelta, ed il condimento de’ cibi la prima cura, che debbesi avere per conservar la salute.» Che diremo poi della maniera semplice, facile, andante, e non bassa, con che le materie maestrevolmente sono state trattate? Al suo libro pare che questa volta si convenga quella grave sentenza del Venosino; Omne tulit punctum, qui miscuit utile dulci.
Il gusto Patrio, ed Estero già le rendono il convenevole tributo, col mostrarsi desiderosissimi dell’acquisto di sì pregevole lavoro: ed io a vista di così belle prerogative, mi stimerei troppo mal conoscitore delle cose sue, e molto inurbano con Lei, se non profittassi dell’onore, che Ella graziosamente mi compartisce coll’offrirmene la dedica.