Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. I, 1928 – BEIC 1793340.djvu/101

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quegli stessi achei che tanto generosa ospitalitá aveano esercitata coi nostri esuli. I crotonesi, i sibariti, i locresi furono i primi ad accettarlo, ed incominciarono a tener i loro concili in un tempio, che dedicarono a Giove Omorio. Col tempo si unirono altri popoli ed altre cittá, e fu dichiarata sede de’ concili generali Eraclea (O. Ma ecco che il demonio della discordia risorge dalle sponde dell’Eurota e dai lidi del Pireo e di Siracusa, per turbar di nuovo la nostra pace e rompere il debole laccio della nostra nascente unione. Dopo la fatale giornata di Egopotamo, padroni di Atene, rimasti senza rivali in Grecia, il genio profondamente disturbatore di Lisandro fece credere agli spartani che essi avrebbero reso il loro impero piú durevole e piú sicuro, se avessero introdotti in tutte le cittá vinte quegli stessi ordini oligarchici che aveano nella propria patria; e, non contenti de’ cangiamenti die aveano fatti in Grecia, spedirono in Siracusa Aristo per offerire a Dionisio il loro aiuto a poter piú facilmente usurpar l’impero di Sicilia (2). — Distruggiamo anche la memoria de’ governi popolari — essi dicevano. — I nuovi signori, che sorgeranno sulle ruine de’ medesimi, e per gli aiuti che noi loro presteremo, e per la simigliane dei pensieri, faranno nostri amici. — Questo esempio di morale perfida era pericolosissimo, per la necessitá in cui metteva gli altri popoli d’imitarlo. Gli ateniesi, ricuperata la libertá, si proclamarono protettori degli ordini popolari. E queste arti non mancali mai, ne’ primi tempi, di qualche effetto; perché di rado avviene che nella cittá, contro la quale hai guerra, non vi sien due partiti, e tu, dichiarandoti protettore di uno di essi, diminuisci la forza dell’inimico colla divisione ed aggiungi alle armi proprie quanto ti riesce di tórre a lui. La guerra si rende piú estesa, perché quelle stesse cittá, (1) Sui comizi di Eraclea vedi Mazzocchi, Ad iabulam Heracleensem; Diodoro sicolo, XIV; Grimaldi, Annali del Regno dí Napoli, voi. I e II; Appendice II. (2) Diodoro sicolo, ibidem.