Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. I, 1928 – BEIC 1793340.djvu/128

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altro maneggiar con forza e sicurezza un generoso destriero, tu sentirai in te stesso un interno moto, involontario, irresistibile, che ti spinge a comporre le tue membra, i tuoi muscoli, tutto te stesso sul modello del cavaliere che ammiri; e, se questo spettacolo si ripete piú volte, alla terza, alla quarta, tu giá brami il destriero, giá lo ascendi, giá corri. Allora i precetti di Giirone ti saranno utili. Cosí i poeti, i pittori, gli scultori, coll’armonia del canto, de’ colori, delle forme, mostrano a noi le immagini degl’iddii e degli eroi, ora usando del loro potere con quella maestá, la quale non è che temperanza; ora opponendo alla crudeltá della fortuna ed alla ingiustizia degli uomini la fortezza dell’animo loro; ora esercitando una virtú, ora esercitandone un’altra; e noi incominciamo, prima per intrinseco meccanismo del nostro corpo, poscia per abito, a comporre dietro quei modelli i nostri moti, le nostre parole, i sensi nostri, e diventiamo a poco a poco piú civili, piú umani, piú virtuosi, piú degni di udire e di comprendere le veritá della sapienza intellettuale».