Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. I, 1928 – BEIC 1793340.djvu/264

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prima immagine confusa, oscura, che quella donna ha destata in noi. Lince o rigorosamente rette o esattamente circolari ne’ contorni. È nella natura dell’occhio nostro, artefice principale di ogni pittura, ogni volta che non avverte le piccole deviazioni nella situazione degli oggetti, non veder altro che una linea retta, se spinge il guardo avanti; se le gira intorno, non altro che il cerchio. È nella stessa natura dell’occhio, se non avverte la leggiera degradazione del colore, occuparsi di quel solo che splende come color principale. Vedete il rosso, il bianco, il nero, colori sopra tutti gli altri appariscenti. Vedete il nero, ma non giá l’ombra; quell’ombra che tempera col nero la sensazione che producono in noi tutti gli altri colori, ma non la distrugge in modo da sostituirle una sensazione tutta diversa. A voi, pittori della seconda etá. Osservate: i contorni sono giá piú simili al vero. Quel volto abbandona la fonila circolare e si avvicina a quell’ovale, che è il primo pregio di una delicata bellezza. A misura che si perfezionano i contorni, si sviluppano le vere proporzioni di tutte le parti. Quella donna ne’ ritratti piú antichi ci appariva or piccola quanto una scimia, or gigantesca quanto una quercia: qui incomincia ad apparirci donna. Le linee rette però ancora predominano; gli angoli, che esse fanno, son troppo acuti; il vento gonfia quella veste a modo di una vela di nave. I colori sono piú veri; piú rassomigliante è quel volto: ma pure quella donna ancora non si move. Voi non sapreste distinguerla da una statua. Qui giá cammina. Sapete voi donde vien quel moto, che vi par di vedere in lei? dall’imitazione piú esatta delle minime sue parti. Ciascun membro, ciascun muscolo di ogni membro, ha delle situazioni che dir si potrebbero «decise > e che accompagnano o il gran movimento o il perfetto riposo. Ma, per passar da questo a quello, o da quello a questo, vedete come quel braccio ed i muscoli di quel braccio passano dolcemente da una in un’altra situazione, e ciascuna di esse v’indica che ancora il braccio non è giunto a nessuna delle estreme? Quelle vesti, che prima parevano non coprire, ma contenere, come in una scatola, tutto il corpo, ora si adattano a ciascuna sua