Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. I, 1928 – BEIC 1793340.djvu/281

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turbate le menti degli uomini, che questa riforma niun savio la può sperare da altro che dal paragone delle cose nostre colle altrui. Segui la tua impresa, o Aristotele. Che t’importa che i cavillosi seguaci di Euclide e di Fedone si ridano di una filosofia, che tutta incomincia dai fatti e finisce ne’ fatti? (*). Platone ti applaude, e Platone vale un popolo intero. Io ti ho scritto da Taranto e da Turio. Se non ti ho scritto anche da Crotone, è avvenuto sol perché i suoi ordini sono similissimi a quelli di Locri, dove oggi mi trovo; e le antichissime tradizioni dei due popoli dicono che essi hanno avuto uno stesso legislatore (2). Locri dicesi fondata dagli abitatori di Naricia, cittá de’ nostri locresi epicnemidi. Tu ben sai che questi sono anche ai tempi nostri i piú salvatici tra’ greci, e che di altra industria non vivono che di rapina e di ladronecci ( 3 ). Or narrasi che i loro maggiori, essendo una volta in guerra coi vicini, abbandonarono le proprie case per lunghissimo tempo. Tu ben vedi che si ripete la favola deirorigine di Taranto. Fingiti dunque le mogli epicnemidie dolenti al pari delle spartane; fingiti gli schiavi che prendono il luogo de’ mariti; i figli che nascono; poi i mariti che ritornano, che odiano le mogli, disprezzano i figli, perseguitano i servi; finalmente servi, figli e mogli che partono in cerca di una nuova sede, e la ritrovano in vicinanza di quel promontorio, dove ai tempi degli errori di Ulisse si rendeva il vento ai naviganti (4). Fin qui la storia degli spartani non differisce da quella de’ nostri epicnemidi se non per l’accidente degli schiavi. In Sparta (1) Aristotele aveva incominciati li suoi studi politici dal raccogliere e paragonare le costituzioni di piú di centocinquanta cittá, tra le quali eranvi quasi tutte le cittá della nostra Magna Grecia. Vedi la vita e l’elenco delle opere di Aristotele nell’edizione di Duval, Una parte delle sue osservazioni è compresa nella di lui Politica. (2) Nella storia della nostra Grecia gli ordini di Crotone e Locri si trovan quasi simili; i legislatori spesso si confondono, ecc. ecc. (3) Tucidide, I, 4. (4) Mazzocchi, Ad tabulavi Heracleensem.