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XII - DI CLEOBOLO A SPEUSIPPIO 57

del sonno. Piacevoli passeggiate, ragionamenti amichevoli e nel tempo istesso sublimi li occupano nel tempo in cui i loro allievi si esercitano in una ginnastica piú conveniente alla loro etá ed alle forze loro. Segue una colazione frugale, per lo piú di pane, latte, mèle e frutti della terra: di rado vi si vede il vino, che essi credono pericoloso a tutti e dannoso ai giovinetti1. Indi ciascuno adempie ai propri doveri, o d’istruir il popolo, o di decidere le contese, che per l’ordinario i tarantini soglion commettere al loro arbitrio, di metter pace tra le famiglie, ecc. ecc. Un pranzo sano e frugale; un altro moderato esercizio; l’esame di tutto ciò che hanno fatto nel giorno (esame che essi non cessano mai d’inculcare che solo, ben praticato, può portar l’uomo a quella perfezione, da cui pare die la sua inferma natura lo tenga lontano); nuovi inni di lode agli iddíi, de’ quali è dono ed il giorno che hanno vissuto e le virtú che han praticato; un sonno tranquillo, premio della temperanza del corpo e della tranquillitá della mente: eccoti la fine della giornata del savio.

Clinia, tutti li momenti che non deve alla virtú, li dá alla scienza e li passa nella biblioteca, pascendo la mente delle sublimi veritá scoperte da quei grandi che piú non sono. Cosí la fiamma, quando le manca l’alimento terrestre, spicca piú rapido il volo verso il cielo, donde è l’origine sua. (i)

  1. PLATONE, De legibus.