Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. I, 1928 – BEIC 1793340.djvu/72

Da Wikisource.
66 PLATONE IN ITALIA

a due: o a conchiuder meno di ciò che si è stabilito per principio, o a conchiuder piú.

Siccome la veritá non si può comunicare ad altri se non per mezzo della parola, e della parola abbiam bisogno anche per ragionar con noi stessi; siccome il retto uso della medesima diventa per ciò grande istrumento a conoscer la veritá, e l’abuso sorgente funesta di infiniti errori: cosí molti se ne sono utilmente occupati; e tu vedi qui riuniti ai dialettici anche coloro che si chiamano «grammatici».

Tra questi, taluni si son rimasti a stabilire il vero senso delle parole, e quella serie e quella giuntura delle medesime che fosse la piú naturale e la piú chiara. Altri sono passati piú oltre, ed hanno ricercato l’origine delle parole medesime: dalla quale, ben intesa, talora si comprende meglio la idea che si vuole esprimere; talora si toglie un errore, che nel mal uso di questa parola si contiene. Mi si narra da Platone che il vostro Socrate avea in gran pregio tali ricerche e le credeva utilissime alla scoperta del vero.

Ma le parole non sono che la materia dei nostri discorsi: è necessario metterla, come suol dirsi, in opera e parlare. I retori si sono incaricati di tali precetti. Tu li vedi: occupano tutto intero quel lato della sala. Empedocle è uno de’ piú antichi, e forse tuttavia il migliore. Coloro che lo han seguito sono infiniti.

— O Clinia — dissi io, — tutti voi altri italiani dovete esser molto eloquenti. Almeno tra voi l’apprender l’eloquenza deve costar meno che in Atene, dove Isocrate non l’insegnava per meno di un talento e Gorgia pretendeva anche di piú. —

CLINIA. Di tutti questi scrittori, pochissimi son quelli che noi leggiamo e che consigliamo agli altri di leggere. Essi son molti di numero, perché facile è la scienza che insegnano e di facile smercio tra ’l volgo, di cui è eterna natura quella che lo spinge a voler imitare i grandi uomini colla minor fatica e col minore incomodo che sia possibile. Questi scrittori, dunque, ti numerano diligentemente tutte le parole, ti misurano tutte le sillabe, ti scompongono tutti i periodi di un poeta o di un ora-