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LXX

Di Cleobolo a Mnesilla
Li matrimoni sanniti

[Un inno a Giunone — Il premio dei benemeriti della patria — Calavio — Il cantico dell’imeneo.]

Giá il ministro maggiore della natura riconduce il giorno ne’ monti del Sannio. Oggi è il giorno del trionfo di Amore. Vedi quanto popolo è ragunato nel fòro? Tutto il Sannio è raccolto in una sola cittá. Nel mezzo vedi le vittime, i vasi, gli arredi sacri; coloro, che miri d’intorno, sono sacerdoti e ministri del tempio. Prossimi ai medesimi sono i giudici, ai quali è commessa la cura di premiar la virtú coi doni dell’amore. A fianco de’ giudici stanno le vergini che debbono essere spose. Tu le vedi vestite di bianco, ed hanno sulla fronte una corona di rose schiuse nella scorsa notte: il rito sacro esige ch’esse non abbian visto altro sole, onde esprimano piu veracemente l’innocenza e la puritá. Le madri sono ornate di porpora: il vero giorno di trionfo di una madre è quello in cui coi santi riti delle nozze dona alla patria una figlia ricca di bellezza e di virtú. Dall’altro lato vedi i giovani armati, ma quelle loro armi non indican guerra. In un giorno sacro all’amore ed alla pace, ad ogni altro cittadino il portar armi sarebbe vietato: quelle, onde i giovani si adornano, sono spoglie de’ nemici vinti. Osserva: in un giorno di tanta pompa, tu non vedi né oro né argento né gemme: la religione le vieta, come cose che rendon servo il valore e l’amore venale.