Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. II, 1924 – BEIC 1793959.djvu/20

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Nel fondo della sala si vede una sedia pivi alta delle altre, e sita in modo che colui che vi siede è in faccia agli ascoltanti ; dietro a lui, pendente dal muro, è un gran quadro ove colla matita si possono disegnare delle figure geometriche; in una tavola posta innanzi alla sedia vedi vari compassi, regole, squadre ed un libro particolare, che i pittagorici hanno per facilitare le operazioni dell’aritmetica <*). Timeo finalmente appare, siede: ascoltalo, è egli stesso che parlai. «Io vi ragionerò della natura; io vi ragionerò del mondo, dell’uomo e di Dio. L’uomo abita una casa, la quale per eccellenza chiamasi col nome di e bella ’; ma l’uomo suppone un’origine, e la casa suppone un architetto. «Se noi rivolgiamo attentamente lo sguardo sopra tutte le cose che ci circondano, se consideriamo tutti gli avvenimenti che si succedono, ne vedremo di due nature: alcuni liberi, altri necessari. Quindi vi debbono essere due cagioni diverse di tutte le cose: la mente e la necessitá. Imperciocché la mente è quella che sola può esser causa delle cose che essa fa, e contener la ragione delle opere in se stessa: tutte quelle altre cose, che hanno tale ragione al di fuori, sono spinte o trascinate da una necessitá; e, se mai avvien che esse siano cagioni di altri effetti, non sono che cagioni secondarie, dalle quali, passando da una ad un’altra, è necessario sempre rimontare alla mente. Senza mente non esisterebbe nulla. «Or questa mente, da cui è stato prodotto, per cui si conserva ed è mosso quanto esiste, questa mente noi chiamiamo Dio. «Ma, prima che il mondo esistesse, quale oggi noi lo vediamo, era necessario che esistesse nella mente dell’architetto (1) I pittagorici aveano un’aritmetica particolare. Qual era? Boezio dice che era la tavola pittagorica! Altri noti hati detto nulla di meglio di Boezio. Vedi l’Appendice I. (2) Quasi tutto questo ragionamento di Timeo si trova nell’opuscolo che abbiamo sotto il di lui nome col titolo Del?anima del mondo; opuscolo che si crede opera dello stesso Timeo, ma non ne è che un compendio, e fatto da mano molto imperita. Vedi l’Appendice I.