Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. II, 1924 – BEIC 1793959.djvu/319

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e la prima idea che i barbari hanno della vita è quella del moto, la prima idea della divinitá è quella del corso. Erano «oceanitidi» presso gli antichi greci tutti gli dii, perché tutti eran correnti. Ecco l’antichissima teologia e fisica de’ greci. Col tempo essi incominciarono ad osservare e distinguere tra loro varie cose correnti : la parola «oceano», che prima era sostantivo, divenne un aggettivo dato a molte altre cose. Troviamo in Omero ed Esiodo i «fiumi oceani» («oceanos potamos»). Rimase però come sostantivo, per antonomasia, al mare. I nomi del fuoco e deH’aria, piú veloci dell’acqua, furono attribuiti agl’iddii: quindi Uranos, Zeus, Psiche, ecc. Non conobbero, dunque, i greci antichissimi che tre sole specie di cose viventi, perché tre cose vedevano per lor natura mobilissime: l’acqua, l’aria, il fuoco. Ma, perché le due ultime sembravano piú mobili della prima, i nomi delle medesime furono addetti agl’iddii ; e non trovi mai, nell’antichissima teologia, metafisica e fisica de’ popoli barbari, essersi messo il fuoco come principio materiale delle cose, ma sempre come un principio efficiente. Or, avendo acquistata la parola «oceano» due significati, naturalmente dalla prima antichissima filosofia dovettero nascere due sètte: una di coloro i quali credettero tutte le cose esser nate dall’oceano-mare, l’altra dall’oceano-acqua. Alla prima setta dovettero appartenere tutt’i poeti, perché proprietá eterna della poesia è quella di proceder sempre per particolari, personificar le idee, ed in conseguenza confonder le qualitá colle sostanze, l’aggettivo col sostantivo. Il filosofo cammina per una strada opposta, e quanto piú si allontana da questa poetica confusione, tanto piú si può dire di aver progredito. Ora il linguaggio di Talete ben poco si allontana da quello di Esiodo e di Omero: prova infallibile che, ai suoi tempi, i greci non aveano ancora filosofia. In Grecia la lingua filosofica incominciò da Platone e forse dal suo maestro Cratilo. Difatti, a render perfetta questa lingua, della quale era tanto grande il bisogno, tendono evidentemente molte parti della platonica filosofia. x. Le ricerche etimologiche che egli, forse il primo, introdusse in Grecia con quel suo dialogo ( Cratilo ) che io reputo una delle principali chiavi della storia filosofica della Grecia. In quel dialogo confessa Platone molte etimologie di parole greche doversi trarre dai «barbari» (ricordiamoci che questa parola non indicava altro che «stranieri»): prova evidente che molte cose i greci