Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. II, 1924 – BEIC 1793959.djvu/341

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Grece dans le milieu dn quatrième siècle avant l’ère vulgaire del Barthélemy (1788), di cui (segno evidente della sua rapida diffusione in Italia) fin dal 1791 cominciava ad apparire presso lo Zatta di Venezia una traduzione integra di Vincenzo Formaleoni, seguita a breve distanza da un compendio di monsignor Angelo Fabroni(0. Circostanze, che, combinate insieme, conducono a suppor del Platone lo stesso che del Saggio storico , e cioè che la materia dell’opera si venisse accumulando nella mente dell’autore fin dal primo suo soggiorno napoletano, salvo a prendere a poco a poco forma di libro, allorché il forzato ozio dei primi anni dell’esilio non lo indusse, scossa l’inerzia letteraria che fin allora l’aveva dominato, ad avvalersi delle sue belle qualitá di scrittore (*). il proposito, per altro, attuato ben presto nei riguardi del Saggio, i cui tre volumetti apparvero via via nel corso del 1801, non cominciò a divenir realtá pel Platone se non nel 1803; anno in cui, libero da precedenti impegni letterari (le Osservazioni sul dipartimento dell’ Agogna e la Statistica della Repubblica italiana ( 3 )) e non ancora assillato dalla direzione e quasi quotidiana collaborazione al Giornale italiano, il Cuoco potè consacrarsi alla composizione della nuova opera. La quale, mercé un sussidio di cinquemila lire concesso dal vicepresidente MelziU), si cominciò il Socrate delirante o Dialoghi di Sinope, che l’autore immagina tratti da un manoscritto antico, eran tradotti in italiano fin dal 1781 (cfr. Giambattista Marchesi, Romanzieri e romanzi del Settecento , Bergamo, 1903, p. 409). Della Geschichte des Agathons (1766-7) trovo in parecchie biblioteche napoletane la traduzione francese apparsa presso il Grasset di Losanna nel 1768 {Histoire d*Agathon ou tableau phi losophique des mieurs de la Grece). Del 1796 (Zurigo, Gessuer) c la traduzione francese dei Dialoghi degli dèi. Per contrario, il Cuoco non potè conoscere prima del 1802 VAristippo. giacché 11011 prima di quelTaiitio ne comparve a Parigi la traduzione francese del Codfier (Arislippe et quelques tms des ses contemporaitus ). — Si avverta poi che il Cuoco prese bensi, nel 1804, un maestro di tedesco (Scritti vati, IL 3*7); roa non andò oltre i primi elementi. (1) Marchesi, op. cit., p. 418; e cfr., per altri precedenti italiani del romanzo del Cuoco (il Mondo morale di Gasparo Gozzi, V Icosameron di Giacomo Casanova, VAbarittc di Ippolito Pindemonte e sopra tutto il Monte d’Aretea di Giambattista Michcletti da Aquila), e pel Platone stesso in quanto romanzo, pp. 242-273. Vedere inoltre G. Agnoli, Gli albori del romanzo storico in Italia e i primi imitatoti di IV. Scott (Piacenza, 1904), p. 25 sg. (2) Scritti vari , II, 297, 298 e 299. (3) Quella, pubblicata nel 1802 col nome di Lodovico Lizzoli ; questa, restata inedita. Cfr. Scritti vari , 1 , 275 sgg.; II, Nota bibliografica. (4) Scritti vari , li, 316.