Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. II, 1924 – BEIC 1793959.djvu/42

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36 PLATONE IN ITALIA sarebbe stato soccorso, e di scemar le proprie, rendendoci nemici coloro che per l’unione ci erano amici. Che poteva, che dovea far io, ridotte le cose a tale stato? Turio arse d’interne sedizioni; i vari partiti invocarono il soccorso degli ateniesi, né gli ateniesi furon lenti a darlo, seguendo gl’impulsi di quella loro inquieta natura, per cui si può dire che non sanno vivere se non fuori delle proprie case <*>. Atta, capo de’ messapi, fa lega anche egli cogli ateniesi, e dichiara la guerra ai tarantini perché avean ricusata l’ospitalitá de’ porti alle navi de’ suoi amici ( 2 >. Gl’iddíi protettori di Taranto concessero a me la gloria di vincere i messapi: gli ateniesi furono interamente disfatti in Sicilia. Non dovevamo aspettarci noi che i siracusani, esercitati per la guerra e per l’alleanza cogli spartani, superbi per la vittoria, piú ricchi di truppe per i tanti campani, sanniti ed altri avventurieri assoldati dai Ieontini, dagli ateniesi, dai calcidesi durante la guerra, e passati dopo la vittoria al soldo de’ vincitori (3); non dovevamo aspettarci che si vendicassero dell’ Italia, la prima volta che la fortuna avesse offerto loro un’occasione per pretesto ed un abile ambizioso per condottiero? Noi, de’ mali che soffriamo, sogliamo incolpare i nostri nemici; ma non siamo noi stessi che colle stoltezze e coi vizi ci fabbrichiamo i nemici nostri? Che opporre allora a Dionisio? La federazione era giá sciolta: i locresi eran suoi amici ; eran suoi amici i bruzi, ch’egli aveva avuto il talento di sollevare contro i lucani. Le cittá collegate contro di lui avean forze sufficienti; in molte occasioni ottennero anche qualche vittoria, ma non vi era né concerto nelle loro operazioni, né unitá ne’ loro disegni. Allora i tarantini mi tolsero il comando delle loro armate (4) e furono battuti insieme cogli altri : li siracusani ed i bruzi giunsero vincitori fino a Metaponto. (1) Tucidide, vii. (2) Idem, ibidem \ Carducci, Deliciae Tarantina *?. Su questa lettera, la quale contiene quasi un sommario della vita di Archita, vedi l’Appendice I. (3) Diodoro SICULO» (4) Vedi l’Appendice I.