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10 rido, io moro: Timoteo fa di me quello che vuole: non vi è altri simile a Timoteo. — Ed anche costui ha ragione: Timoteo per lui è tutto. Tutto il genere umano, mio caro Platone, è diviso in tre classi di uomini: coloro che ragionano, coloro che sentono e coloro che non sentono e non ragionano. Il maggior numero è di questi ultimi e, credimi, non è il piú infelice. 1 giovani son tra i secondi, i vecchi tra i primi. Quindi è che tu vedi i giovani correr dietro Timoteo; i vecchi rammentare il potere della lira di Anfione e de’ canti di Orfeo, ed indicarti le mura di Tebe innalzate e le fiere ammansite e lo stesso Èrebo placato all’incanto di una a noi ignota armonia. Nazioni intere appartengono ad una di queste classi. Qual dubbio avresti tu, per esempio, a dire che gli ateniesi sieno i fanciulli della Grecia ed i spartani ne sieno i vecchi? Ma i filosofi, mio caro, i filosofi sono piucché vecchi : io li chiamerei vecchi rimbambiti, perché alla freddezza del cuore de’ vecchi uniscono la fervida fantasia de’ giovani; e non solo lodano, come i primi, tutto ciò che è stato, ma corron dietro, come i secondi, a tutto ciò che immaginano di poter essere. I vecchi almeno vivono fermi nel tempo passato: i filosofi sono divisi tra 11 passato ed il futuro. Quando Timoteo capitò a Sparta colla nuova sua lira, uno di quegli efori se gli presentò avanti e gli disse: — I nostri padri han sonato la lira con sette corde, e noi non vogliamo che ve ne abbian di piú. Se vuoi rimanertene tra noi, eccoti un coltello, taglia qual piú ti piace delle tue corde; ma sappi che non ne debbono rimanere né piú né meno di sette 0). — Ma gli spartani erano piú savi de’ filosofi; essi in buon linguaggio dicevano: — Ciò, che ci ha piaciuto finora, ci può piacere anche in appresso. — Che dicono i pittagorici? Ciò, che finora ci ha piaciuto, non ci deve piacer piú. Se la filosofia non è altro che l’arte di star diversamente da quello che si sta, io ti dico sinceramente che non ambisco esser filosofo. (i) Plutarco, Agidc e Institutioncs Lacedannoníorum ; Boetius, De musica ♦
