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IV

SULLE ACCADEMIE

% Si è voluto adottare il nome di «accademia». Ma non se gli è dato alcuno de’ significati noti in Europa. Nell’antico significato «accademia» indicava una riunione di persone giá istruite, che si occupavano di un lavoro libero, il quale non avea per oggetto l’istruzione, ma il perfezionamento delle scienze e delle lettere. Nell’organizzazione francese il nome di «accademia» si è dato alla divisione territoriale della istruzione pubblica. Ogni circondario di Corte di appello forma un’accademia, e comprende in sé tutti gli stabilimenti d’istruzione primaria, secondaria, sublime. La riunione di tutte le accademie forma quella che si chiama «universitá». Questa idea, perché era piaciuta a Sua Maestá nel Consiglio, fu adottata dalla Commessione nelle modificazioni che fece al suo piano; modificazioni che furori date al ministro dell’Interno. Ma tanto in Francia, quanto nel Regno d’Italia, quanto in Napoli l’istruzione bassa comprende le scuole primarie; la media i licei, i ginnasi, i collegi, le scuole secondarie; la sublime le scuole speciali di quelle cosí dette facoltá, cioè medicina, belle lettere, scienze fisiche e matematiche, legale, teologia. Or che sono mai quegli stabilimenti che nel nuovo progetto si chiamano «accademie»? Sono scuole speciali di medicina e di diritto. Ne ha messe quattro, cioè in Napoli, in Chieti, in Catanzaro, in Bari. Tante e non piú ne avea messe la Commessione: se non che le chiamava col nome di «universitá», che era il nome antico italiano.

In Francia si è dato il nome di «universitá» a tutto il corpo insegnante: agli stabilimenti di istruzione sublime si è lasciato il nome di «scuole speciali», di «facoltá». Su di ciò non vi è da disputare, perché la disputa sarebbe di nomi. L’univer-