Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/202

Da Wikisource.

della nazione, Attellis e Lucito sono gli stessi, ed essa non avrá guadagnato nulla, se al comune sará permessa la stessa trascuranza del marchese. Questa stessa osservazione potrei ripetere per dieci o dodici luoghi diversi e de’ piú difficili della provincia.

Nulla è piú facile che fare una strada rotabile. Il sottointendente d’Isernia ne ha fatta una da Isernia a Boiano con poco piú di dugento docati di spesa, precisamente perché ha saputo mettere in moto lo spirito pubblico ed ha saputo avvalersi dell’opera de’ cittadini nel modo che io propongo. Questa strada fu decretata dal re Giuseppe; ma, se si fosse fatta colli metodi ordinari, sarebbe costata quaranta volte di piú e non si sarebbe ancora incominciata. Quando il sottointendente la intraprese, vi fu chi non la approvò: l’esito ha mostrato che egli aveva ragione. Quella strada non è ancora rotabile in tutti i tempi dell’anno: non importa. Lo è per otto mesi: un altro poco di cura, e lo sará per dodici. E questa cura da oggi innanzi sará maggiore, dacché giá se ne è incominciata a gustare l’utilitá. Insomma bisogna incominciare: bisogna imprimere alle popolazioni il movimento che le porti verso le cose utili. Impresso il primo moto, correranno da loro stesse. È da riflettersi che le strade comunali non han bisogno di quello strato tanto alto e tanto solido che è necessario nelle strade regie, perché il consumo, che si fa delle medesime per ragion del traffico, è picciolissitno. E se in noi si avesse l’avvertenza di minorare questo consumo coi regolamenti sulle rote, se s’imitasse la legge di Francia de’... <0, noi avremmo non piccola parte delle strade del Regno, anche regie, belle e fatte. Le provincie di Bari e Lecce, per esempio, hanno un suolo pietroso e di sua natura piú duro di qualunque strato artificiale che si possa dare ad una strada. Ma dal non aver mai avvertito a regolar le rote de’ carri ne è avvenuto che le strade sono state rovinate dalle profonde impressioni che per lunghi secoli vi han fatto queste rote che comunemente abbiamo, (1) In bianco nel ras. [Edd.].