Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/210

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meglio conservarvi i monaci fino al momento in cui il governo ne poteva far uso. Per quanto pochi siano gli edifici pubblici, ve ne sarebbero abbastanza per allogarvi con non grandissima spesa un orfanotrofio, un liceo, una casa di educazione per le donne, ecc. Dobbiamo dire come Socrate rispondeva a colui che gli rimproverava di abitare una picciola casa: — Volessero gli dèi e la potessi riempire tutta di veri amici! — In generale gli edifici della provincia sono cattivi, e lo saranno sempre finché i cittadini non si coopereranno a costruir bene. Campobasso, per esempio, manca di case di abitazione, ove che la residenza delle molte autoritá ne ha reso il bisogno piú grande; non ha strade interne, non una fontana per acqua da bere. Campobasso, diventata capitale di una provincia e centro di grandi affari, crescerá; ma crescerá in modo conveniente al suo nuovo stato? Ma quanto piú crescerá, tanto piú sará brutta e disadatta. Perché? Perché si accresce senza disegno, perché si lavora senza un piano generale. Quanto poco costa il far bene! Si spende molto a fare un bell’edificio; e, quando questo si trova in mezzo a dieci altri cattivi, non contribuisce per nulla alla bellezza della cittá. Se si formasse un piano regolare della cittá intera, si avrebbe in poco tempo una cittá bellissima, con nessuna spesa del governo. Ai privati tanto costa il bello quanto il brutto: basta presentarlo questo bello e farlo eseguire. Sarebbe necessario che ogni cittá (non escludo neanche Napoli), ogni terra, ciascuna secondo la sua grandezza, si formasse un piano stabile della sua costruzione interna, disposto in modo che riunisse la massima comoditá, salubritá e bellezza possibile. I cittadini sarebbero obbligati ad uniformarvisi tutte le volte che volessero costruire. Con questo metodo, tutto sarebbe rinnovato in meglio ed in poco tempo. Con questo metodo, Torino è divenuta una delle piú belle cittá d’Italia. Questo metodo si è adottato in Milano. Noi soli fabbricheremo sempre per isfabbricare, ed isfabbricheremo per non saper rifabbricare?