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II

L’UTILITÀ DELLE SCIENZE

E SPECIALMENTE DELLA STORIA

(1812?) Solone dopo un viaggio per l’Asia si volle portare finalmente in Egitto: paese dove il bisogno di premunirsi contro le inondazioni del Nilo avea fatto nascere la geometria; una vita comoda, e l’ozio indi nascente, l’astronomia; e donde si credono emanati i primi semi di tutte quelle cognizioni che oggi adornano lo spirito umano. Chi non sa le sue opere di architettura, che mostrano un gusto finissimo in chi le ha fatte e sono anch’oggi l’ammirazione di chi le vede? Chi non sa come la sua sapienza civile è passata per un modello fra noi, e modello tanto piú perfetto, quanto piú noi ci crediamo lontani da quello stato di buon ordine e tranquillitá che godevano i suoi abitanti?

I suoi sacerdoti sono molto celebri ancor essi: depositari di tutte queste cognizioni, fra il velo del mistero onde le avvolgevano volendole communicare, era inevitabile che essi stessi si rendessero prima rispettabili. Solone nella sua dimora in Egitto, non facea che consultarli. Gli fu detto che vi era fra essi uno, in cui era prodigioso tutto ciò che negli altri era ammirabile, e che si elevava come un nobile cedro tra gli alberi che lo circondano. Questo è il sacerdote di Theut, a cui tutt’ i misteri piú arcani del nume sono confidati e che lo rassomiglia molto bene per l’estensione e profonditá del suo sapere. — Non si potrebbe vedere? — domandò Solone, tutto invogliato. — Nulla di piú facile — gli fu risposto da un altro sacerdote, — purché voi vogliate venire un giorno con me nel tempio, ove sta sempre pronto a rispondere a coloro che lo vanno a consultare. Contate giá di averlo veduto e di avergli parlato a vostro bell’agio. —