Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/25

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poteva sperare? I fanciulli non vanno mai volontariamente alla scuola: le madri ed i padri non curano mandarveli, perché non ne conoscono l’utilitá: i maestri non hanno premura di attirarli, perché, a mercede eguale, si calcola per guadagno la minorazione della fatica. Allettiamo dunque i maestri perché ricerchino gli allievi; allettiamo i fanciulli perché corrano alle scuole; allettiamo i genitori perché ve gl’inviino, ve gli spingano; e le scuole saranno piene. Ciò non costa fatica se non per una sola generazione: i padri che san leggere vorranno che i figli lo sappiano egualmente.

Allettiamo i maestri, pagando loro una parte della mercede in ragion del numero degli allievi che avranno istruiti in un anno; allettiamoli colla promessa di onori e di premi in ragione di questo istesso numero; ciò gl’impegnerá ad avere il maggior numero di discepoli possibile: molti ne otterranno per forza di amicizia, moltissimi per la forza dell’esempio. Allettiamo i fanciulli. È pur tanto facile l’allettarli! Essi sentono vivamente l’emulazione; essi amano appassionatamente le feste. Negli antichi nostri «stati discussi» si concedeva ai comuni la facoltá di spendere una somma determinata per alcune feste. Perché non potrá esser parte principale della festa l’esame pubblico e solenne de’ fanciulli che si saranno istruiti dentro l’anno? Perché non si potrá distribuire un premio a quelli che avran fatti progressi maggiori? Tutto ciò cominuoverá dolcemente la fantasia dei fanciulli, piacerá ai genitori, né ai comuni sará di gran dispendio.

I premi dovranno esser leggieri, come quelli che debbono ispirare l’emulazione e non fomentare la cupidigia. A due o tre de’ primi premiati si potrá dare, se sono uomini, una picciola veste; se donne, un nastro o qualche cosa simile di picciolo valore. Al numero maggiore il premio sará di libri; libri elementari, i quali completeranno l’istruzione. Al popolo mal si pretende insegnar tutto per via di maestri. Un almanacco ben fatto, in cui, invece delle ridicole profezie e dei numeri del lotto, sianvi scritti degli utili precetti di agri-