Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/270

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fondamentali, ma nelle conseguenze si troverá, piú di quello che si crede, vicina alle idee le piú comunemente ricevute. Quale è la conseguenza di questa teoria? L’unica, a creder mio, è la seguente: di tutte le nostre sensazioni, di tutte le nostre idee non bisogna ricercarne la ragione fuori di noi ma in noi stessi; bisogna ritrovar le leggi de’ fenomeni che avvengono entro di noi, ma paragonando un fenomeno coll’altro e non mai un fenomeno con una causa esteriore. E questa è piú lontana di quello che si crede dalla teoria di Locke. Nulle sono, secondo questi principi, tutte le teorie di Cartesio sulla visione. Que’ raggi che s’intersecano, que’ bastoni che rappresentano i raggi, ecc., non sono essi fuori di noi? Dunque né noi possiamo conoscerli, nè possiamo trarne alcuna conseguenza per ciò che avviene entro di noi». XLIV. —Sulla storia del nostro Regno (nn. 143 e 144, 13 e 15 luglio 1807).

Angelo di Costanzo ha il pregio di una favella pura; ma narra la storia piú di alcune famiglie che della nazione: poco dice e pochissimo lascia pensare. La sua storia manca di «carattere»: di quel carattere appunto che differenzia la storia della cronaca. Preferibile è il Capece latro, giacché, pur mancando anche lui di carattere politico, impossibile nella Napoli spagnuola, ha tuttavia un carattere morale. Carattere moralepolitico dimostra, invece, Camillo Porzio nel suo libretto sulla congiura dei baroni, a torto censuralo dal Galanti. In esso «voi vedete gli effetti di quella che mal si chiama * aristocrazia ’ e dir si dovrebbe ‘ anarchia feudale’; la necessitá di quella unitá politica di ordini a cui tutti lí governi di Europa tendevano; l’effetto della mala fede che distrusse tutti i vantaggi della vittoria» di Ferrante il vecchio. — L’articolo è incompiuto, ma il Cuoco ritorna sull’argomento piú giú, al n. CX. XLV. —Sul porto di Miseno (n. 149, 27 luglio 1807). XLVI.— Sugli Apruzzi (n. 154, 8 agosto 1807). Si veda, piú giú, n. LII.

XLVII. —Sulla pace di Tilsiit (n. 157, 15 agosto 1807). XLVIII. —Sullo statuto costituzionale di Varsavia (n. 158, 17 agosto 1807).

XLIX. — Idea di un libro necessario all’Italia (n. 162, 26 agosto 1807). In questo articolo, che il Cuoco finge scritto da altri, si propugna nuovamente la necessitá di un Viaggio in Italia nel secolo di Leone decimo ,