Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/291

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determinati al dovere dal sentimento. In quante circostanze le leggi tacciono? Non ve n’ha alcuna in cui i costumi sian muti. Dono prezioso del cielo, essi sono il primo legame di ogni corpo sociale. L’uomo che li rispetta ama la sua patria, la di lei prosperitá, la di lei gloria: pronto a qualunque sacrificio, egli ha gli occhi costantemente rivolti allo Stato, ed è sempre pronto a gittarsi tra le onde, se il suo braccio è necessario a salvarlo».

CXXXIII. — Rapporto a S. E. il ministro dell’Interno sullo stato attuale dell’istruzione pubblica nel Regno di Napoli , del cav. Matteo Caldi, direttore generale della medesima, Napoli, stamperia reale, 1815 (nn. 1303 e 1304). Mera esposizione dell’opera.

CXXXIV. — Sopra i vocaboli «forestiero» e «straniero» (n. 1305, 4 aprile 1805. Si censura il malvezzo dei napoletani di chiamar < forestieri» i loro concittadini dell’Italia centrale e settentrionale, e si esortano tutti gli italiani a secondare gli sforzi di Gioacchino Murai per l’indipendenza nazionale. CXXXV. — Spirito nazionale (n. 1314, 14 aprile 1815). Con affatto diverso sviluppo e adattandoli alle circostanze politiche del momento, il Cuoco riprende i concetti, svolti giá nel Giornale italiano, sullo Spirilo pubblico. Cfr. I, 11524.

CXXXVI. — Senza titolo (n. 1315, 15 aprile 1815). Esortazione agli «italiani degli Stati di Napoli» di concorrere, con volontari contributi pecuniali, agli sforzi del re e dell’esercito per la causa dell’indipendenza nazionale.

CXXXV 11 . — Poche parole agli amici della patria (n. 1317, 18 aprile 1815). Sul medesimo argomento.

CXXXVIII. — Varietá (n. 1320, 21 aprile 1815). «Quelle nazioni compariscono veramente grandi e felici, nelle quali al consiglio che regge la forza aggiungasi ne’ cittadini quella fermezza d’animo, senza della quale non può compiersi alcuna impresa».