Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/315

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sia finalmente che sia stata lasciata in vita oppure uccisa». Tutto ciò è l’istesso. Il reo deve morire. Messosi in pratica nell’anno scorso questo principio, i ladri hanno fatto quello che il loro pericolo gli ha insegnato di fare, e che è di uccidere le persone assaltate, onde non avere un testimone che qualifichi il delitto ed un offeso che reclami la loro morte. Cosí accadeva anche in Russia, quando la legge puniva indistintamente l’assassino di strada: chiunque veniva assaltato veniva nel tempo stesso anche ucciso. Non cosí in Inghilterra, ove è ben raro il caso che l’assaltato sia, non che ucciso, ma tampoco maltrattato. Ed il perché è chiaro: perché in Inghilterra la legge non condanna a morte l’assassino se non quando ha uccisa o ridotta a pericolo di vita la persona assaltata. — Dalla pratica di questo principio emerge poi anche un altro inconveniente: che, essendo troppo grande il numero di questi assassini arrestati, non dá il cuore ai giudici di condannarli col cannone a mitraglia, e quindi, non potendo dall’altro canto darli altra pena, gli lasciano continuamente in carcere, dove se restano, non servono d’esempio ad alcuno e sono, non di utile, ma di sommo danno alla nazione, e, se fuggono, ritornano molte volte a far lo stesso. — Queste mie riflessioni amerei che le faceste sentire nel trattato che parla dei tribunali... XXXV. — Del medesimo. — Novara, 29 aprile 1802. — Senza tue nuove per due ordinari. Sei vivo? Lo credo. La stampa è sotto i torchi? Lo spero. Ma non per questo manco d’essere in pena tanto per l’uno quanto per l’altro. Sempre piú incalza il tempo. Le prefetture saranno a momenti organizzate, ed io vorrei che l’operetta sortisse alla luce prima di un tal tempo. Puoi dispensarti, per una maggiore sollecitudine, di mandarmi tratto tratto i fogli, siccome mi dicesti in una tua, e basterá che abbia solo presente di non nominare né in bene né in male i preti e i prencipi. Forse non potrai arrivarne a comprendere tutta la ragione, che mi riserbo di dirti in voce, non convenendo di azzardarla ad un foglio. Lascia inoltre di fare onorevole menzione di un presuntuoso che non lo meritava e che, per rendersene sempre piú indegno, ha avuta la scempiataggine di dire a molti, e tra gli altri al mio capo di divisione Magenta, che tutto il buono che è nell’opera è suo e che tu non sei stato che un ladro della sua robba. Si può sortire maggiore goffaggine? ... Non ti ho mai parlato del titolo, ossia del frontespizio dell’opera. Vedi un poco