Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/334

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LXVII. — Del medesimo. —[Bologna, luglio 1805]. — ... Quel russo di cui parlavi, non si fermò piú che momenti. Credo che siasi diretto verso Milano. A Firenze potrei io scrivere a qualcuno che parlasse a Fabroni. Ma, a dirtela schietta, due cose mi contrastano a questo tuo desiderio: la prima, che io non vorrei che l’Italia ti perdesse; la seconda, che non vorrei che tu ti abbassassi a pregare. La prima sarebbe dolorosa per me, per gli amici, per tutti i buoni; la seconda è indegna di te e di me. Gli uomini di gran genio debbon esser trovati ove sono cercati e pregati. Se non ti cercano, tanto peggio per chi non ti conosce. E poi? Non si cangeranno mai le tue circostanze? Aldini non potrá far piú nulla per te? Sará difficile sotto un re aver pensioni, onori, ecc.?... LXVIII. — Al ministro dell’Interno del Regno d’Italia. — Milano, 12 agosto 1805. — I redattori del Giornale officiale italiano ...alla fausta occasione della venuta... di Sua Maestá l’imperatore... ebbero ordine, sui primi di maggio, di aggiugnere ai soliti tre fogli ebdomadari del Giornale un mezzo foglio di supplemento negli altri giorni. Dopo tre settimane, verso la fine del suddetto mese, un nuovo ordine ingiunse loro di portare il supplemento di mezzo foglio a foglio intero; e sin d’allora in ognuno dei giorni della settimana, compresa puranche la domenica, usci intero un giornale. Venne cosí piú che raddoppiata la loro fatica e reso quotidiano il loro servizio, che seguon tuttora a indefessamente prestare. Né solamente crebbe il lavoro della compilazione, ma crebbe anche l’incomodo a segno che talora si ebbe ordine di restare la notte in requisizione d’improvviso servigio. La pubblica munificenza ha ricompensato con gratificazioni i servigi straordinariamente resi a quell’occasione. I soli redattori suddetti nessuna ne han ricevuto, né per l’intero corso del precedente ultimo anno, com’erasi lor fatto sperare, né per lo straordinario servizio di sopra esposto. Osano essi lusingarsi di non meritare dimenticanza sia per la misura sia per il modo con cui procurano di soddisfare al dover loro... LXIX. — Al fratello Michele. — Milano, 1 settembre 1805.— ... Vi siete tanto affannato pel mio progetto della cattedra in Russia. Non veggo perché vi debba dispiacere un invito che mi fa onore. Vi ho scritto che non ho accettato. Spero che le cose qui migliorino: in caso contrario, qual male ad avere una situazione signorile? Io qui per ora non sto malissimo, ma sto, come