Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/350

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LXXXVIII.— Di Lodovico di Brème, ministro dell’Interno del Regno d’Italia, al ministro dell’Interno del Regno di Napoli. — Milano, 21 giugno 1806. — Sua Altezza il principe Eugenio... mi dá l’onore di accompagnare a Vostra Eccellenza... il latore della presente signor Vincenzo Cuoco napoletano, che le sue particolari circostanze richiamano a ripatriare. In nome della stessa prelodata Altezza Sua imperiale debbo rendere la piú ampia testimonianza a questo degno soggetto, e per la savia e regolare condotta che ha sempre tenuto in tutto il tempo che ha qui soggiornato, e pe’ suoi rari talenti coi quali si è distinto in servizio di questo governo...

LXXXIX. — Del medesimo al Cuoco. — Milano, 22 giugno 1806. — Con soddisfazione debbo assicurarlo che Sua Altezza imperiale il principe viceré si è degnata di accogliere l’offerta de’ suoi libri con sentimenti di particolare aggradimento. Io vengo incaricato dalla prelodata Altezza imperiale a manifestargli il suo impegno a di lei riguardo, avendomi ingiunto di accompagnarla a Napoli con commendatizia presso quel signor ministro degli affari interni...

XC. — Di Luigi Vaccari. — Milano, 23 giugno 1806. — ... Non ho nulla da opporre alla proposizione che mi avete fatta con vostra d’oggi di sostituire il signor abate Agnesetta al signor Benincasa nella compilazione del Giornale italiano fino al mese di settembre prossimo. A ciò mi movono le favorevoli informazioni che di lui mi avete date. Potrete comunicare questa mia adesione al signor Agnelli per di lui regola. Vi ringrazio per le disposizioni date affinché mi pervenga il terzo volume del vostro Platone in Italia , che leggerò con tutto quel piacere che mi hanno dato i due primi volumi giá pubblicati...

XCI. — Di Bartolomeo Benincasa. — Spalato, 20 settembre 1806. — ...Ti scrissi, appena giunto in Zara ai 3 di luglio, a Napoli: non veggo risposta, e replico, perché desidero ardentemente d’aver tue nuove. Sempre «Napoli», non sapendo altro indirizzo. Le nuove mie personali son ottime, e, se potessi separarle dall’altre tutte, non potrei non essere contentissimo. Ma le occupazioni e gli oggetti di quelle sono cosí spiacevoli e tristi che nulla piú. Siamo in mezzo alla miseria, all’abbandono, al continuo