Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/351

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spettacolo degli altrui irrimediabili patimenti, all’ignoranza, alla barbarie, ad ogni sorta di mali di un popolo inquieto, maltrattato dalla uatura, dal caso, dagli amici, dai nemici. Non puoi credere quanto mai quest’ottimo Dandolo fatichi a minorar mali, a fare il ben possibile, non senza grandi effetti, ma piccolissimi in paragone dei sommi bisogni. Egli è benedetto, acclamato, amatissimo; ma non può quanto vuole, né chi esercita altri poteri in concorso vuol ciò ch’ei vuole o ha le stesse intenzioni. Sto accompagnandolo e seco lui faticando in questa visita della provincia. La sua presenza e l’opra sua hanno impedito di quegli orribili mali che risuonano anche da lungi. Tra non molti giorni torneremo alla residenza di Zara, ove tu mi scriverai, com’io tanto bramo e spero pur anche. Io ti son lontano dalla memoria ancora piú che dalla persona: non cosí tu meco. Eppur sulla carta, se potessimo comunicare a linea retta, ci potremmo dire vicini. Nulla ho mai saputo circa il foglio giá nostro o circa i nostri successori: nessuno annuncio ti sei curato d’inserirvi partendo, né sillaba mai di lá mi scrivesti. Dio ti perdoni tanto tuo abbandono. — Se non m’hai morto e sotterrato, cercami e trovami in cuor tuo, e ricorderai a forza l’amico che sempre t’ama e pregia. Come sta e vive quel buon D’Aniello, che mi saluterai? e la signora Teresa?...

XCII. — Di Francesco Sonzogno .— Milano, i novembre 1806.— ... Privo di vostre lettere e mancante d’ogni commissione del Saggio, credei di reciproco interesse il combinare un contratto con questo signor Agnello Nobile frattanto di copie zoo. Queste partirono per la sua casa di costá, dalla quale vi verrá contro spese consegnato un pacco a voi diretto con trenta copie, per le quali, al prezzo di vendita, avete debito di lire 180... Qui, dacché la publicai, non ne vendei che sei copie. Alcuno non me ne commise una copia, ed all’azzardo ne mandai a tutti i miei corrispondenti. Desidero che il risultato deH’affare possi essere, se non lucroso, almeno tale da pagare i miei esborsi, ciocché finora non comparisce...

XCIII. — Al fratello Michele. — Napoli, 8 novembre 1806. — ... Ciò che vi hanno scritto del mio consiglierato va cosí. Dieci giorni fa, Ricciardi mi mandò a chiamare in Portici. Vado. Mi dice: — Ieri siete stato proposto per consigliere, ammesso a pieni voti.