Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/352

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Per voi è poco, ecc. ecc. — Dopo pranzo, passiamo insieme da Cassano. Entro ed incontro la duchessa: —Ce ne consoliamo! — Vedo il marchesino: —Ce ne consoliamo! — La marchesina: — Ce ne consoliamo! — Il duca: — Ce ne consoliamo! — La sera viene da me il contino di Policastro a congratularsi in nome di sua famiglia. La sera seguente vedo Saliceti: mi dice lo stesso. La notizia si diffuse per tutta Napoli. Io non vi scrissi nulla, aspettando il biglietto. Ma questo biglietto non l’ho avuto ancora, e potrebbe stare che la cosa per ora fosse sospesa... XCIV. — Allo zio Giuseppe . — Napoli, 29 novembre 1806. — ... Sua Maestá mi ha nominato consigliere del Sacro Reai Consiglio. Sono il primo da quasi un secolo in qua promosso a questa carica senza prima esser stato giudice di Vicaria... XCV. — Al fratello Michele. — Napoli, 5 decembre 1806. — ... Non ancora prendo possesso, perché mi debbo laureare, ed ancora litigo per la patente, giacché vorrei, a forza di importunitá, risparmiare il diritto, che è molto forte... XCVI. — Del consultore Moscati. — Milano, 27 decembre 1806.— Le espressioni di gratitudine che Ella mi significa nel grazioso suo foglio dei 15 corrente non sono che l’effetto di una troppa di lei delicatezza. Avrei amato che Ella fosse ritornata tra noi, non per sentir voci di gratitudine, ma per scambiare espressioni d’amicizia. Il destino favorevole a’ di lei meriti non lo ha voluto. Pazienza per noi, e sorte piú aventurosa e felice siane a lei. Noi frattanto abbiamo perduto quanto chi, piú avveduto di noi, ha saputo acquistarsi. Ella può ben esser certa della lealtá di coteste mie espressioni. Molte persone, che dividono meco la di lei conoscenza ed amicizia, possono essere testimoni dell’espresso mio rincrescimento per la di lei perdita. Ma, poiché ciò tornò a maggior di lei lustro e vantaggio, tace alquanto il mio dispiacere, ed io non mi trovo affatto discontento...

XCVII. — Di G. P. Giegler. — Milano, 31 decembre 1806.— [Invia 80 copie del Platone in Italia in carta ordinaria a lire 12; venti in carta fine a lire 18; piú 83 volumi del Moniteur\.