Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/353

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XCVIII. — Al fratello Michele. — [Napoli, gennaio 1807]. — ... Che diresti se menassi la vita che sto menando io? Ma non ci è mezzo termine: se si vuol essere qualche cosa, bisogna agire... Sono stato dal re per ringraziarlo della bontá avuta per me. Mi ha accolto con molta clemenza. Avendogli io detto: «Spero che, se non meriterò l’approvazione di Vostra Maestá, almeno non sarò indegno del di lei compatimento», — mi rispose: — So che voi avete molto talento... — Se avrò tempo, nella settimana ventura vi trascriverò la risposta da Milano alla mia dimissione: è una lettera che mi fa molto onore...

XCIX. — Di Pietro Giordani a Giambattista Giusti. — Cesena, 3 marzo 1807. — ... Non andare a salutare quel buon Cuoco, tutto cuore? E io a ridere. Mò, messer sí. che io, prendendo la tua lettera per obliquo comando, andai a ringraziar Cuoco de’ suoi saluti: un Cuoco ora in carrozza sua! Millecinquecento ducati come consigliere del supremo Consiglio di Santa Chiara; altrettanto gliene lascia godere Manzi, segretario di Stato, di utile sul giornale napoletano. Nulla manca a Cuoco di una splendida grandezza, neppur la insolenza de’ valletti, ch’io, umilissimo servo, ho avuto l’onor di provar mille volte. Mi accolse piuttosto cortese; mi si offerse spontaneo; mi mostrò che con poche parole (ed era vero) poteva giovarmi assai, lo ebbi la debolezza di sperare quel che desideravo; tanto piú che era cosa per sé picciolissima, per lui facilissima: violai (per la prima volta) una mia massima principale, e certo ho documento di non violarla piú. Come vide e senti ben bene ch’io ero còlto, mi castigò di aver letto Platone. Ed egli non avrebbe alcun torto, se, risparmiandosi la viltá d’insidiose carezze, si fosse vendicato disprezzandomi personalmente, e non ingannandomi. Pure il torto maggiore è mio, che ho operato, come dice il nostro Dante, «contro coscienza»... C. — Al fratello Michele. — Napoli, 18 luglio [1807]. ... Sua Maestá si è compiaciuta nominarmi uno de’ membri della commissione incaricata di formare il codice civile. Questo importante incarico è affidato al ministro della giustizia Cianciulli, al segretario di Stato Ricciardi ed a me, aggiunto don Ciccio Magliano. Un’altra commissione si è formata pel codice criminale, composta dai consiglieri di Stato Ferri-Pisani e Lamanna, e Tito Manzi. Una terza finalmente per rettificare il processo, composta dal presidente