Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/38

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La storia deve esser collezione di fatti e non di riflessioni : quindi non sono del tutto lodevoli quelle tante istituzioni di storie, che coi titoli pomposi di «filosofiche» si sono pubblicate in questi ultimi tempi per uso de’ giovinetti. Se fate che le riflessioni precedano i fatti, voi non date piú storia, ma riflessioni; e siccome la storia tiene nelle cose morali il luogo dell’esperienza, voi rassomigliate ad un maestro di fisica, il quale, invece di esperienza, dia sistemi ; invece di dati, dia conseguenze. Qual sará dunque la storia de’ giovinetti? Quella che insegna la semplice successione degli avvenimenti, che forma nella loro mente un quadro, nel quale essi col tempo andranno scrivendo al proprio sito tutti gli avvenimenti che lo studio posteriore loro fará apprendere. L’aver giá anticipatamente formato questo quadro renderá piú facile il paragone e piú sicura la rimembranza delle idee posteriori. I soli oggetti, sui quali in queste prime lezioni di storia convien trattenere i giovinetti, sono i grandi esempi di virtú; e, piú che delle vicende degli Stati, bisogna occuparli di quelle degli uomini veramente grandi. Ciò commove dolcemente la loro immaginazione ed avvezza il loro cuore ad emulare le grandi azioni : la loro mente non è ancora atta alle scienze, ma il loro cuore è giá capace di sentir la virtú. La geografia, la storia e la cronologia debbono formare uno studio solo: separati, diventano inutili. 3. Matematiche. — Esse non solo sono scienze utilissime alla vita, ma sono istrumenti di tutte le altre scienze. «Nemo geometriae expers intrato». Le matematiche si dividono in sintetiche ed analitiche, ed è gran disputa tra i matematici se debbano preferirsi le prime o le seconde. Siccome i grandi progressi, che la matematica ha fatti a’ tempi nostri, si debbono in gran parte all’analisi, cosí la sintesi è stata quasi da tutti abbandonata, da non pochi anche disprezzata. Chi potrá decidere la quistione: se l’analisi o la sintesi sia piú efficace ad iscoprire nuove veritá? La storia delle matematiche moderne è in favor dell’analisi; se si esamina la quistione secondo i principi ideologici, se si osservano quante veritá si scoprono colla sintesi e sono tuttavia indimo-