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PARTE PRIMA

PERIODO MILANESE

I

DAL «GIORNALE ITALIANO». i. — Giornale ufficioso della seconda Cisalpina, indi Repubblica italiana, era stato fino a tutto il 1802 il Redattore , prima cisalpino , poi anch’esso italiano , pubblicato a Milano dal tipografo Federico Agnelli ( 0 . Fra i collaboratori era Vincenzo Cuoco. Il quale, dopo che, dal gennaio 1803, il Redattore , pur vivendo fino al decembre di quell’anno, perdé ogni carattere di ufficiositá, propose al vice* presidente della Repubblica, Francesco Melzi d’Eril, di sostituire a quel foglio ormai invecchiato un nuovo organo ufficioso piú consono ai tempi, e mirante, da un lato, a preparar l’opinione pubblica alla non lontana conversione della Repubblica italiana in Regno e, dall’altro, a gettar tra gl’italiani i semi di un’unione morale, che consentisse, in un futuro piú o meno prossimo, anche l’unificazione politica. Siffatte idee, materiate di quell’antigiacobinismo, di quella moderazione e di quell’ardente patriottismo, di cui il Cuoco aveva giá date molte prove nel Saggio storico e altre, e piú chiare, veniva dando nel Platone in Italia, furono accolte con compiacimento tanto maggiore in quanto coincidevan con le direttive politiche del Melzi. Cosicché, mentre si concedeva al Nostro un non tenue sussidio per la stampa del Platone , gli si dava anche l’incarico, assolto il 3 agosto 1803, di presentare al governo un «piano» o programma del futuro Giornale italiano (*). Nessuno dei documenti finora conosciuti dice in qual tempo e fino a qual punto codesto programma ottenesse l’approvazione (1) Butti, op. e loc. cit. piú oltre, p. 116. (a) Presente ediz., I, 3 sgg.; II, 312, 316.