Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari – Periodo milanese, 1924 – BEIC 1795489.djvu/209

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trattenerci un momento a considerar quanta parte avean gl’inglesi alla politica depressione nella quale per tanto tempo è giaciuta l’Italia.

Non so perché un tale soggetto non sia stato mai trattato con profonditá. Forse si vedrá che, se gl’inglesi, degli altri popoli in generale, sono stati solamente nemici, dell’Italia in particolare sono stati piú che nemici, ne sono stati gli assassini. il Quella Italia, la quale nell’epoca di Roma tanto alto erasi levata sopra tutti gli altri popoli per armi e per leggi, al risorger dell’Europa dalla barbarie, primeggiò per scienze, per arti, per commercio. Amalfi, Pisa, Genova, Venezia ristabilirono o, per dir meglio, crearono la navigazione. L’ultima di queste cittá fu per lungo tempo l’emporio di tutta la terra. Milano era ricca ed illustre per manifatture, e piú di Milano lo era Firenze. Chi legge la storia di que’ tempi trova che i fattori delle case di commercio fiorentine conducevansi in Inghilterra cogli antecessori di Giorgio terzo quasi allo stesso modo dei fattori inglesi, da pochi anni, coi nabab delle Indie. L’industria manifatturiera che surse nelle Fiandre, la celebre lega delle cittá anseatiche, i progressi generali della civiltá europea diedero il primo crollo al commercio italiano. Le conquiste de’ turchi tolsero ai veneziani quasi tutt’i domini che possedevano nel Levante e, coi domini, la facilitá di averne uomini e legname da costruzione, e quella forza pubblica che era necessaria a proteggere un vasto commercio. Denina, dietro gravissimi storici piú antichi, riflette molto acutamente che forse alla decadenza del commercio e della marina veneta contribuirono piú le conquiste de’ turchi che le due celebri scoperte deH’America e del passaggio del capo di Buona Speranza. L’antico governo veneto incominciava a risentir gli effetti di quei disordini che Macchiavelli avea predetto dover un giorno estinguere ogni virtú pubblica ed immerger tutto lo Stato in un languore immedicabile, al quale sarebbe seguita una morte senza alcuna gloria.