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IV

LA FILOSOFIA DI GIAMBATTISTA VICO

DUE ABBOZZI D’UN A LETTERA

A GIUSEPPE DEGÉRANDO

(1804)

PRIMO ABBOZZO

Vi scrivo, signore, in italiano. Voi, «docte sermones utriusgue linguae», mi intenderete benissimo: io, a! contrario, vi scriverei malissimo in francese. Avea risoluto scrivervi da molto tempo. La vostra Istoria comparata è un’opera la quale merita l’attenzione di chiunque ama i progressi di quella scienza che il volgo non intende, che i pedanti disprezzano, ma che agli occhi del saggio è la chiave di tutte le altre cognizioni umane. Lasciate pur che gracchino l’ex gesuita Geoffroy e quel vostro Mercurio , il quale non è certamente il Mercurio delle arti ma ben quello de’ ladroni. La Francia e l’Europa vi saran grate.

Dixisti insigne, recens, et adhuc Indietum ore alio.

Io voleva scrivervi solamente per rivendicar la gloria di qualche italiano, del quale nella vostra opera non si è parlato, mentre forse meritava onorata menzione sia come filosofo specolati vo sia come istorico di filosofia specolati va. Di tale silenzio però non accuso voi, che alla massima diligenza avete unita un’imparzialitá (perché non lo dirò io?) non comune agli scrittori della vostra nazione; ma ben ne accuso i miei italiani,