Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari – Periodo milanese, 1924 – BEIC 1795489.djvu/93

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credo interessante riferire il discorso, che allora fece al capo della setta.

— Voi credete di esser giusti, ed odiate la guerra, perché aborrite il sangue. Felice l’umanitá, se tutti fossero giusti guanto voi! Ma vedete: noi siam circondati da ingiusti, e. se non siam forti, se non sapremo respingere l’ingiuria, essi ci opprimeranno. Dimmi: che risponderai, tu che hai braccio e cuore, all’amico tuo, la di cui casa sará incendiata dall’inimico; che risponderai al vecchio padre, che sará forsi schiacciato sotto il cavallo del vincitore; alla tua moglie, al tuo figlio, che saranno vittima della sua brutalitá? Essi tutti ti diranno: — Tu avevi braccio e cuore; tu amavi la giustizia; ed il primo dover della giustizia non era quello di soccorrer gl’infelici? — A forza di replicate esperienze, la tua patria sará ridotta alle ultime miserie; tra i disordini politici si moltiplicheranno gli scellerati: tu stesso sarai costretto a servire o a batterti. Allora forsi ti udirò piangere i disordini pubblici e privati e lodar quei tempi che piú non sono. Quali tempi? Quelli ne’ quali tu credevi di poter esser felice senza esser obbligato ad esser forte; quei tempi ne* quali un inetto calcolatore ti diceva: — Pagami uno scudo, ed io ti lascerò tranquillo nel seno della tua casa. — Tu pagavi il tuo scudo e ti pareva esser felice, perché un mercenario s ’incaricava della tua difesa; ma, se tu allora avessi avuta cura maggiore delle cose tue; se quello Stato realmente ti fosse stato caro, non ne avresti affidata la conservazione ad un mercenario; e, difeso da te, forsi durerebbe ancora, né tu saresti costretto a piangere la perdita di un bene, che è avvenuta sol per tua colpa. Noi uomini possiam esser contraddittorii quanto vogliamo: la natura però non si contraddice mai. Tutto ciò che gli uomini arano, navigano, edificano, tutt’ i beni di questa terra, sono degli uomini forti: gl’ignavi e gl’imbelli son sempre il trastullo di tutti gli accidenti. Né posson dire: — Questo bene è mio, — perché mio non è se non quello che io posso custodire; né posson dire: — Io ho questa virtú, — perché quelle poche e timide virtú, che hanno, debbono scomparire tra Panar-