Vai al contenuto

Pagina:Cuoco - Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799, Laterza, 1913.djvu/112

Da Wikisource.
102 saggio storico

a punire i delitti che questa previene ed accresce i sospetti che questa minora. Questa specie di tirannide, che chiamar si potrebbe «decemvirale», è la piú terribile di tutte, ma per buona sorte è la meno durevole.

Per gli uomini che riflettevano, il «moderantismo» non era che uno stato intermedio, il quale ne dovea produrre un altro. La nazione respirava dopo la lotta che avea sostenuta con Robespierre, ma non ancora avea scelto il punto del suo riposo. Un eccesso di energia ne dovea produrre un altro di rilasciatezza. La guerra contro Robespierre era stata desiderata dalla nazione; ma era stata fatta da un partito, il quale poi, come suol avvenire, avea affidata la somma delle cose a mani perfide e sciagurate. La nazione sotto Robespierre fu costretta a salvar la sua libertá: sotto il Direttorio la sua indipendenza1.

Questo è il corso ordinario di tutte le rivoluzioni. Per lungo tempo il popolo si agita senza saper ove fermarsi: corre sempre agli estremi e non sa che la felicitá è nel mezzo. Guai se, come avvenne altre volte al popolo fiorentino, esso non ritrova mai questo punto!


XIX

QUANTE ERANO LE IDEE DELLA NAZIONE?


Il male, che producono le idee troppo astratte di libertá, è quello di toglierla mentre la vogliono stabilire. La libertá è un bene, perché produce molti altri beni, quali sono la sicurezza, l’agiata sussistenza, la popolazione, la moderazione dei tributi, l’accrescimento dell’industria e tanti altri beni sensibili; ed il popolo, perché ama tali beni, viene poi ad amare la libertá. Un uomo, il quale, senza procurare ad un popolo tali vantaggi, venisse a comandargli di amare la libertá, rassomiglierebbe

  1. Questo punto oggi è provato.