Pagina:Cuoco - Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799, Laterza, 1913.djvu/275

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frammento sesto 265

gli uomini si sarebbero cibati di ghiande, ma i fiumi non avrebbero corso latte e mèle, come nell’etá dell’oro. Colla barbarie sarebbe ritornata la ferocia, e per i fiumi sarebbe scorso il sangue degli uomini. Tali opinioni caddero dal trono, ad onta della forza onde erano sostenute. Ma la loro natura è tale, che, quando anche rimangano tra l’ombra delle scuole, quando anche non sieno accompagnate dalla forza e dal terrore e non producano, come in Francia, la guerra civile, sono però sempre o cause o precursori della corruzione dei costumi. I greci per molti anni ebbero la virtú nelle loro azioni; Socrate dalla pratica ne formò il primo la teoria, e trasportò la virtú dalle azioni alle idee; ma, dopo che Antistene e Diogene produssero il massimo esaltamento in queste idee, la Grecia non ebbe piú costumi.

Ascoltami. Tu conosci la mia adolescenza e la mia gioventú; tu sai se io ami la virtú e se sappia preferirla anche alla vita... Ma quando, parlando agli uomini, ci scordiamo di tutto ciò che è umano; quando, volendo insegnar la virtú, non sappiamo farla amare; quando, seguendo le nostre idee, vogliam rovesciare l’ordine della natura: temo che invece della virtú insegneremo il fanatismo, ed invece di ordinar delle nazioni fonderemo delle sètte.....................................


   Io son dolente per non aver potuto conservare la lettera, che mi scrisse Mario Pagano dopo che Russo gli ebbe comunicate le mie idee. Sarei superbo dell’approvazione di un uomo, la di cui morte, se è funesta alla patria, luttuosa a tutt’i buoni, è amarissima per me, che piango non solo la perdita del buon cittadino e dell’uomo grande, ma anche quella dell’ottimo maestro e dell’amico.